Dovremmo parlare non di svezzamento (che indica più propriamente l'abbandono definitivo del latte materno e/o artificiale), ma di passaggio da una alimentazione esclusivamente a base di latte a una fatta di latte e altri alimenti. Questa integrazione è necessaria perché il latte, a partire dai 6-8 mesi, incomincia a perdere gradualmente la sua completezza per alcune vitamine e sali minerali.
Con l'introduzione, altrettanto graduale, di altri alimenti, definiti per questo complementari, è possibile supplire a queste progressive carenze e garantire al bambino una nutrizione adeguata e quindi un accrescimento regolare.
Le più importanti organizzazioni sanitarie mondiali, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Fondo per l'Infanzia dell'ONU (UNICEF), considerano il latte umano l'alimento ideale per i bambini fino a 6 mesi di vita, pertanto non è opportuno iniziare lo svezzamento prima della fine del 6° mese. Inoltre il bambino prima di questa età non è fisiologicamente portato ad assumere cibi solidi.
A sei mesi il bambino è in grado di deglutire i pasti semiliquidi, apre la bocca al cucchiaio o gira il viso per rifiutarlo, afferra gli oggetti con le mani per portarli alla bocca e riesce a stare seduto sul seggiolone.
E' indispensabile che l'introduzione degli alimenti nella dieta avvenga con gradualità, la norma più comune da osservare consiste nel cominciare ad introdurre singolarmente i vari alimenti, sostituendo la poppata delle 12:00 con una pappa con brodo vegetale. Si inizia con piccole dosi, sia per saggiare la tolleranza, sia per abituare il piccolo ai nuovi gusti. È importante inizialmente non fissare schemi troppo rigidi, per numero, quantità e orario della somministrazione dei pasti, purché vengano soddisfatti i vari bisogni energetici e nutritivi.
Mettere nella pentola a bollire: acqua (1 litro), verdure (una patata, una carota, qualche foglia di bieta, una zucchina).
Far bollire fino a quando il volume del liquido sarà diventato la metà, togliere le verdure ed utilizzare il solo brodo (circa 200 ml) per preparare la pappa. Non aggiungere sale.
- Crema di riso o farina di mais e tapioca, vanno aggiunte fino a far acquisire la giusta densità al pasto (in genere 8-10g ogni 100 ml di liquido). Non necessitano di cottura. A questa età devono essere escluse tutte le farine che contengono glutine, come le farine multi cereali ed il semolino di grano;
- Liofilizzato di carne di coniglio o agnello, sono le carni con minore potere allergizzante e vengono inserite per prime. Il bambino non è ancora abituato a sapori diversi dal latte, potrà quindi essere opportuno iniziare aggiungendone solo ½ vasetto (5 g) per poi, dopo qualche giorno, passare ad un intero vasetto da 10g;
- Olio extra vergine d'oliva, 1 cucchiaino (5 ml);
- Parmigiano reggiano, un cucchiaino.
Inizialmente potrà non essere facile far accettare la pappa ed il bambino magari non riuscirà a finire tutto il pasto: non proporre subito l'alternativa del seno o biberon, ma piuttosto anticipare il pasto successivo. E' importante riuscire a stabilire se la difficoltà è dettata dal sapore, nel qual caso si potrà ridurre o evitare di aggiungere il liofilizzato di carne per qualche giorno, per poi aumentarlo gradualmente fino ad arrivare alla quantità prescritta. Altra difficoltà è il diverso modo di alimentarsi poiché con l'allattamento al seno o con il biberon il flusso del cibo è continuo e regolare e gli intervalli sono gestiti dal bambino e non da chi propone il pasto. A volte è preferibile utilizzare un cucchiaio da minestra piuttosto che il cucchiaino, avvicinandolo alle labbra del bambino, che potrà gradualmente riconoscere il passaggio dalla suzione al cucchiaio. Va evitata l'aggiunta di zucchero o frutta alla pappa, nel tentativo di rendere più gradevole il pasto. Tale abitudine, insieme a quella di somministrare bevande zuccherate, può provocare diarrea e, a lungo andare, carie dentale. La "parola d'ordine" per la riuscita dello svezzamento è "la pazienza": bisogna sempre cercare di assecondare "i tempi" di ogni bambino, che anche fra fratelli possono essere assolutamente e fisiologicamente diversi.
L'allattamento al seno, durante lo svezzamento, può tranquillamente proseguire a richiesta fin quando la mamma e il bambino saranno entrambi d'accordo a continuarlo.
Ovviamente il numero delle poppate andrà ridotto in base ai pasti complementari assunti dal bambino.
È fondamentale che il 50% dell'apporto nutrizionale totale continui ad essere coperto dal latte materno o, in mancanza di questo, da latte artificiale di proseguimento almeno sino al compimento del 12 mese di vita del bambino.
Un corretto svezzamento assume un importante ruolo nel prevenire patologie quali le allergie, le intolleranze alimentari e le malattie cronico degenerative dell'adulto, o comunque ne attenua sicuramente il decorso.
Per la prevenzione dello sviluppo di allergie, la strategia consigliata è quella di evitare la somministrazione di latte vaccino fresco, prescrivendo, dopo il latte materno o quello adattato, il latte di proseguimento fino all'anno di vita.
È anche consigliabile introdurre gradualmente i nuovi alimenti, usando per primi quelli meno allergizzanti, rappresentati da cereali.
Preferibilmente, in ordine di tempo:
- Riso;
- Tapioca;
- Mais;
- Avena;
- Grano.
Altri cibi come carni, legumi, vegetali e frutta possono essere somministrati successivamente, introducendoli uno alla volta.
Va ritardata a giusta età, quando la mucosa intestinale ormai ha consolidato la sua barriera, la introduzione dei cibi più allergizzanti quali:
- Uovo;
- Pesce;
- Alcune verdure;
- Arachidi (soprattutto).
La somministrazione andrà fatta comunque con un alimento per volta, che dovrà essere ben cotto e in quantità non troppo elevata, per saggiare la tolleranza del bambino.
Ai fini di un intervento preventivo della malattia aterosclerotica è essenziale evitare:
- Alimenti ad alta densità calorica;
- L'eccesso di proteine di origine animale;
- L'aggiunta di sale;
È bene tenere presente che gli alimenti hanno già presente nella loro composizione il cloruro di sodio, non è necessario pertanto aggiungere sale che favorisce il gusto ai cibi troppo sapidi, nocivi alla salute.
L'auto svezzamento (o svezzamento "a richiesta"), come dice la parola stessa, è una alimentazione complementare che "rispetta" l'innata capacità del bambino di autoregolamentazione.
I genitori hanno il compito, non facile, di rendere il cibo a disposizione del bambino adeguato, senza seguire rigidi schemi temporali né calendari per l'inserimento dei diversi alimenti.
In concreto, quando il bambino, dopo i sei mesi di vita, comincerà a interessarsi al cibo che i genitori mangiano, andrà assecondato: in occasione di qualsiasi pasto potrà liberamente attingere dai cibi presenti a tavola.
Naturalmente la dieta familiare dovrà essere corretta sotto tutti i punti di vista, qualitativo e quantitativo (sarà bene controllarla con il pediatra) e dovrà tenere conto del fatto che il bambino non ha i denti (consistenza adeguata).
Le famiglie che seguono un regime alimentare vegetariano sono in aumento e quindi lo svezzamento vegetariano è più diffuso e sempre più richiesto.
Per essere adeguato e sano, lo svezzamento vegetariano deve essere ben pianificato e gli alimenti (latte e derivati, uova, ortaggi e leguminose) ben organizzati nella dieta quotidiana per soddisfare tutte le esigenze nutrizionali del bambino in crescita.
Una dieta complementare vegana, escludendo tutte le fonti alimentari di origine animale, è più difficile da attuare all'inizio dello svezzamento e va integrata con la vitamina B12, ponendo una particolare attenzione affinché vi sia un adeguato apporto di calcio e zinco e di proteine di alta qualità necessarie per questa fase di crescita dei bambini.
Il pediatra ha un ruolo molto importante e professionale nel consigliare le famiglie che desiderano adottare questo tipo di svezzamento.