Il vomito è l’emissione rapida dalla bocca del contenuto dello stomaco, per contrazione involontaria del diaframma e dei muscoli addominali. È spesso preceduto da nausea (sensazione imminente di vomitare), aumento della frequenza cardiaca e intensa salivazione.
Il rigurgito, invece, è caratterizzato dalla risalita del contenuto dello stomaco nella bocca senza contrazione dei muscoli addominali e senza nausea ed è più frequente nel lattante.
Il vomito nei bambini è molto frequente e può dipendere da numerose condizioni che variano anche con l’età e talvolta può essere espressione di una situazione di emergenza/urgenza.
Risulta fondamentale, quindi, riferire al pediatra le caratteristiche del vomito per poter, il più rapidamente possibile, formulare una diagnosi corretta.
Nella maggior parte dei casi, è espressione di un'infezione virale dello stomaco (gastrite) o dello stomaco ed intestino (gastroenterite), ma può dipendere anche da numerose altre malattie e talvolta può rappresentare un primo segnale di allarme.
Il vomito può essere:
- Biliare: quando la bile viene emessa insieme al contenuto gastrico. Il colore (tendenzialmente giallo-verde) e l'amarezza del contenuto sono caratteristici. È un sintomo tipico delle ostruzioni intestinali, detti blocchi intestinali e nel periodo neonatale le atresie intestinali, le stenosi e le malrotazioni, con o senza volvolo, possono causarlo. Il vomito biliare richiede sempre un'attenta e rapida valutazione da parte del medico;
- Ematico: quando contiene sangue che di solito proviene dall’esofago, più raramente dallo stomaco o dal duodeno, la prima parte dell’intestino. Può dipendere da un'esofagite, una gastrite, una malattia ulcerosa-peptica. Ogni sanguinamento gastrico richiede una valutazione medica e un trattamento nei tempi più brevi possibili;
- Fecaloide: quando viene emesso materiale simile a feci, di colore scuro e di odore putrefattivo, odore delle feci;
- Incoercibile: cioè quando non si interrompe, con episodi continui e con impossibilità ad assumere e trattenere liquidi;
- Ciclico: con episodi di nausea e vomito che si ripetono e che possono durare da poche ore fino a 10 giorni, intervallati da periodi di benessere.
Possono essere molteplici:
Infettive
Le gastroenteriti acute sono la causa più comune del vomito nei bambini. Spesso si presentano con diarrea, febbre, dolore e gonfiore addominale. Gli agenti scatenanti più comuni sono i virus ed i batteri.
Il vomito può essere un sintomo di: sepsi, infezione generalizzata, infezioni del sistema nervoso centrale, infezioni delle vie urinarie, pancreatite ma anche della polmonite.
Anatomiche
Le alterazioni congenite fisiche si manifestano nel periodo neonatale o nei primi mesi di vita. I bambini che hanno vomito non biliare ricorrente associato al pasto, possono presentare una stenosi ipertrofica del piloro. Altre condizioni fisiche che possono causare il vomito non biliare sono: atresia o stenosi esofagea, cisti del coledoco, invaginazione intestinale.
Metaboliche-endocrinologiche
Il vomito può associarsi a condizioni di disfunzioni congenite del metabolismo, un insieme di reazioni che avvengono nell’organismo e determinano il mantenimento delle funzioni vitali e la crescita, spesso tipiche nel primo anno di vita, e può essere accompagnato da sopore, una condizione tra il sonno e l’essere sveglio, irritabilità, alterazioni del tono muscolare, convulsioni. Il vomito può essere anche uno dei sintomi iniziali della chetoacidosi diabetica, una complicanza del diabete mellito di tipo 1.
Neurologiche
Tutte quelle malattie che portano ad aumento della pressione all’interno del cranio causano il vomito. Si riconoscono quindi cause: infettive (meningiti, encefaliti); strutturali (malformazioni, idrocefalo, masse intracraniche, emorragie intracraniche); tossiche (ittero o disordini metabolici).
Gastrointestinali-infiammatorie
Il vomito può essere un sintomo di malattie strettamente di natura gastrointestinale come: malattie infiammatorie croniche dell'intestino, celiachia, allergia alimentare, reflusso gastroesofageo.
Psicologiche
Condizione frequente, in particolare nell’età scolare ma a volte di difficile riconoscimento. Spesso è un vomito che si presenta al mattino, si verifica dopo l’uscita di casa o prima di entrare a scuola e che tende a scomparire nei giorni di vacanza.
Il vomito può essere anche un’espressione di un disturbo del comportamento alimentare (tipico dell’età adolescenziale) nella sua fase bulimica, con eccessiva assunzione di cibo seguita da espulsione di solito tramite vomito.
Nell’approccio al bambino con vomito risulta fondamentale ricercare la causa scatenante. Pertanto è necessario informare il pediatra delle caratteristiche del vomito (numero episodi, insorgenza, colore, durata, sintomi associati).
Una corretta storia clinica del bambino e una visita accurata, orientano il pediatra sui caratteri di urgenza (per esempio forme chirurgiche/forme infettive sistemiche).
In base all'orientamento diagnostico verranno poi eseguiti esami ematici, metabolici e strumentali.
La terapia del vomito consiste nell’identificare e trattare la causa che lo scatena.
Nelle forme infettive con vomito ripetuto è fondamentale riconoscere e prevenire un eventuale stato di disidratazione del bambino.
Nelle prime ore dall'episodio non dare cibi solidi, ma fornire liquidi a piccoli sorsi (acqua, soluzioni reidratanti orali e camomilla).
Per i trattamenti farmacologici antiemetici, che limitano il vomito, è necessario sempre consultare prima il pediatra.
Per prevenire ulteriori episodi dopo l’avvio della reidratazione per via orale è utile offrire piccole quantità di liquidi in maniera cadenzata nel tempo e consumare cibi non troppo caldi.
Se il bambino soffre di cinetosi (mal d’auto) è opportuno pianificare in maniera adeguata gli spostamenti in macchina o con altri mezzi di trasporto.
Esistono delle condizioni per cui è necessario il ricovero ospedaliero:
- Vomito incoercibile;
- Stato di disidratazione;
- Lattanti di età inferiore a 3 mesi di vita;
- Vomito ematico;
- Sospetto di patologia chirurgica (appendicite, stenosi ipertrofica del piloro, atresia esofagea, etc);
- Infezioni sistemiche (meningite, encefalite, polmonite, infezione delle vie urinarie e sepsi);
- Sintomi neurologici associati (apatia/irritabilità, sopore, convulsioni e alterazioni del tono muscolare).
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