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Atassia di Friedreich

Malattia rara che interessa il sistema nervoso periferico e di solito si manifesta tra i 10 e i 15 anni 

L'atassia di Friedreich è una malattia genetica rara, neurodegenerativa, cioè caratterizzata da un processo di morte progressiva dei neuroni (le cellule principali del sistema nervoso) che coinvolge più organi e apparati. Si manifesta con una compromissione progressiva dell'equilibrio e della coordinazione dei movimenti (atassia), con una progressiva diminuzione della forza muscolare e della sensibilità, con difficoltà ad articolare la parola (disartria), e con problemi cardiaci (cardiomiopatia ipertrofica), diabete e scoliosi. 

Si tratta di una malattia ereditaria a trasmissione autosomica recessiva causata da alterazioni del gene FXN che contiene le informazioni necessarie per produrre la fratassina, proteina che opera a livello dei mitocondri, gli organelli cellulari dove si produce l'energia. La mancanza di fratassina determina, pertanto, una maggiore sofferenza dei tessuti ad alto consumo energetico (come il sistema nervoso e cuore) che porta inesorabilmente alla degenerazione e alla morte cellulare. In più del 95% dei casi, l'alterazione genetica consiste nell'inserimento anomalo di basi in eccesso all'inizio del gene: queste basi in eccesso impediscono la lettura delle informazioni contenute nel gene, quindi riducono la produzione di fratassina.

È una malattia a trasmissione ereditaria autosomica recessiva, vuol dire che entrambi i geni, sia quello di origine materna che quello di origine paterna, sono alterati. I genitori sono quindi portatori di un solo gene alterato e non manifestano la malattia, ma rischiano a ogni gravidanza, con un 25% di probabilità, di avere un figlio malato.

L'atassia di Friedreich tipicamente si manifesta in età pediatrica, tra i 10 e i 15 anni. Tuttavia, l'età può variare dai 2 ai 50 anni. Un esordio più precoce è generalmente dovuto a difetti genetici più gravi ed è solitamente associato ad un decorso clinico più grave.

L'atassia spinocerebellare è di solito il segno d'esordio e si manifesta con instabilità del cammino e cadute frequenti. Progressivamente vi è un peggioramento dell'equilibrio e della coordinazione motoria che possono determinare la perdita della deambulazione autonoma, in genere tra i 5 e i 15 anni dall'esordio di malattia.

La comparsa e la gravità dei sintomi variano molto da paziente a paziente. In sintesi, i sintomi principali sono i seguenti: 

  • Difficoltà nel coordinamento dei movimenti;
  • Andatura incerta;
  • Difficoltà nell'articolazione delle sillabe che compongono la parola (disartria);
  • Perdita progressiva delle abilità motorie fini (scrittura, uso delle forbici, allacciare i bottoni, ecc.);
  • Rigidità della muscolatura (spasticità muscolare);
  • Riflessi ridotti o assenti;
  • Disturbi dell'udito e della vista (da degenerazione delle vie nervose);
  • Disturbi della deglutizione;
  • Inalazione involontaria di materiale proveniente dal tubo digerente e aumentato rischio di infezioni respiratorie;
  • Cardiopatia con possibili aritmie maligne e scompenso;
  • Scoliosi che va spesso corretta chirurgicamente;
  • Diabete mellito insulino-dipendente.

Dinanzi al sospetto clinico di atassia di Friedreich, la diagnosi deve essere confermata tramite test molecolari che dimostrano le tipiche alterazioni del gene della fratassina. In caso di esito negativo è utile approfondire l'esame con la ricerca di varianti genetiche più rare (es. mutazioni puntiformi, delezioni).
La diagnosi prenatale è possibile mediante il prelievo di villi coriali e l'amniocentesi, così come è possibile condurre il test per l'identificazione dei portatori.

Gli esami diagnostici strumentali comprendono la Risonanza Magnetica del cervello e del midollo spinale che può dimostrare un assottigliamento del cervelletto e del midollo; è utile l'elettroneurofisiologia con lo studio della velocità di conduzione nervosa e dei potenziali evocati somatosensoriali.

La diagnosi delle complicanze ortopediche e internistiche richiede iter dedicati (ecocardiogramma e visita cardiologica; esami ematochimici e radiografici).

In considerazione dell'ampia diversità del quadro clinico, è necessaria una gestione terapeutica multidisciplinare e adeguata al singolo paziente. 
La gestione delle complicanze della malattia (cardiologiche, ortopediche, endocrinologiche, respiratorie, vescicali etc ) è fondamentale per assicurare una più lunga aspettativa di vita e migliorarne la qualità.

La riabilitazione neuromotoria, logopedica, respiratoria e l'utilizzo di ausili/ortesi garantiscono una maggiore autonomia e potenziano le abilità dei pazienti.

Al momento non sono disponibili terapie di provata efficacia nell'arrestare l'evoluzione clinica della malattia, ma nella comunità scientifica internazionale c'è grande l'interesse nei confronti di nuove terapie. Sono in studio farmaci promettenti che agiscono su diversi meccanismi d’azione e differenti approcci terapeutici.

In particolare, vi sono molecole che mirano a migliorare la funzione mitocondriale e a ridurre lo stress ossidativo (es. Omaveloxolone, PTC 743), piccole molecole che mirano ad aumentare la fratassina (es. etravirina), oligonucleotidi che mirano ad aumentare l’espressione genica, e infine veri e propri approcci di terapia genica.

Al momento molte di queste molecole si trovano in fase di studio preclinico ma ci sono diverse molecole in trial clinici (es. Vatiquinone/PTC-743). Ciascuno di questi approcci sembra essere promettente e verosimilmente un trattamento efficace arriverà sotto forma di un "approccio cocktail" ovvero di una combinazione di due o più terapie.

Atassia di Friedreich: Codice RFG040

Atassia di Friedreich

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  • A cura di: Gessica Vasco, Enrico Silvio Bertini
    Unità Operativa di Malattie Muscolari e Neurodegenerative
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 31  Marzo 2022 


 
 

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