La pertosse è causata dal batterio Bordetella pertussis, che si manifesta soprattutto con tosse persistente e può avere un decorso molto grave nel neonato e nei bambini sotto l'anno di vita.
Il contagio avviene attraverso le goccioline di saliva emesse con la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando.
È una malattia molto contagiosa; infatti, un bambino con pertosse può contagiare fino al 90% dei bambini suscettibili (non vaccinati) con cui viene a contatto. Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni.
Il batterio della pertosse causa un’infiammazione delle vie respiratorie che può essere da molto lieve a estremamente grave, specie quando viene colpito un neonato.
La malattia inizia con tosse lieve, accompagnata da qualche linea di febbre e abbondanti secrezioni nasali: è la fase catarrale, che dura da 1 a 2 settimane.
Progressivamente compaiono accessi di tosse sempre più violenti, che si concludono spesso con un tipico "urlo inspiratorio" e talvolta apnea, cianosi (colorito bluastro del volto) o vomito: è la fase convulsiva o parossistica, che può durare più di 2 mesi.
I violenti colpi di tosse possono anche provocare delle emorragie congiuntivali, del naso e sub-durali (localizzate a livello dei foglietti che avvolgono il cervello).
L'ultima fase (fase di convalescenza) è caratterizzata invece da un progressivo miglioramento dei sintomi e delle condizioni generali del paziente.
Nei bambini piccoli e in particolare nel neonato, le complicanze più gravi sono costituite da apnee, otiti, polmoniti, bronchiti, emorragie sub-durali (nel cervello), con conseguenti danni neurologici (crisi convulsive, encefaliti).
La conferma della diagnosi si ottiene isolando Bordetella pertussis dalle secrezioni naso-faringee.
La malattia è caratterizzata da un'elevata mortalità (circa 2 decessi ogni 1000 casi), che riguarda quasi totalmente i bambini di età inferiore all'anno (la percentuale aumenta se la malattia è contratta nel primo mese di vita). La causa principale di morte è la polmonite.
Consiste nell'utilizzo di antibiotici (azitromicina, claritromicina) nella fase iniziale catarrale poiché, in questa fase, eliminano la bordetella e possono migliorare il decorso della malattia.
Dopo l'inizio della fase parossistica, gli antibiotici solitamente non hanno alcuna efficacia sul decorso della malattia ma sono raccomandati per limitare la diffusione dell'infezione.
La prevenzione si basa sull'impiego del vaccino. Poiché il periodo di vita più pericoloso è quello dei primi mesi di vita, le attuali raccomandazioni suggeriscono di effettuare una dose di richiamo del vaccino durante il terzo mese di gravidanza, per stimolare la produzione di anticorpi specifici nella madre e indurre una conseguente protezione nel neonato, per il periodo che va dalla nascita alla prima vaccinazione.
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