In età adulta il metodo più semplice per determinare l'eccesso di peso (ormai accettato a livello internazionale) è il rapporto peso/statura chiamato Indice di Massa Corporea (IMC = peso in Kg/statura in metri, elevata al quadrato).
Pertanto:
- IMC superiore a 25: definisce una persona sovrappeso;
- IMC superiore a 30: definisce una persona obesa.
Nei bambini e negli adolescenti la massa grassa non solo aumenta in valori assoluti con l‘età, ma il suo rapporto con peso e altezza cambia fisiologicamente nel tempo e in maniera diversa fra i due sessi, rendendo la diagnosi di sovrappeso e obesità più complessa. Di conseguenza non esiste e non può esistere un unico valore che definisca il sovrappeso o l‘obesità, indipendentemente dall‘età e dal sesso, come avviene per gli adulti.
È sufficiente fare riferimento alle curve dei centili dell'Indice di Massa Corporea (IMC) che ogni pediatra utilizza. Un dato superiore all'85°centile è indice di sovrappeso, se il dato è superiore al 97°centile è indice di obesità. Si può inoltre calcolare, in modo approssimativo, la percentuale di eccesso di peso facendo la differenza tra Idice di Massa Corporea reale e l'Indice di Massa Corporea di riferimento (50° centile delle curve di riferimento) e dividendo poi il dato per la statura al quadrato.
Per valutare in maniera più adeguata l'eccesso di grasso viene usato il plicometro (strumento che misura lo spessore del grasso sottocutaneo) o l'impedenziometro (determina l'acqua corporea e per differenza si valuta la massa grassa corporea).
In maniera più semplice, un aumento di una o due curve di centili del peso nel processo di crescita del bambino deve far porre l'attenzione del pediatra e dei genitori su una possibile evoluzione verso l'obesità.
L'obesità in età pediatrica viene frequentemente associata alle seguenti problematiche:
- Accumulo di grasso a livello del fegato (steatosi con o senza rialzo delle transaminasi);
- Incremento dell'insulina con possibile evoluzione verso un diabete di tipo 2;
- Aumento del colesterolo, dei trigliceridi e dell'acido urico;
- Rialzo della pressione arteriosa;
- Problemi ortopedici;
- Disturbi psicologici.
Nel processo di crescita del bambino ci sono alcuni momenti più critici per lo sviluppo dell'obesità:
- Nascita: un basso peso per l'età gestazionale associato ad un recupero rapido favoriscono lo sviluppo di obesità precoce e complicata;
- Primo anno di vita: un allattamento materno prolungato previene lo sviluppo di obesità, mentre l'allattamento artificiale eventualmente associato a un divezzamento precoce e troppo ricco di proteine favorisce il sovrappeso;
- 4-6 anni: un aumento rapido di peso in questa fase della vita si associa a un accumulo precoce di grasso e quindi all'obesità;
- Pubertà: in alcuni casi il momento puberale, soprattutto nei maschi, comporta un buon incremento di massa magra con riduzione di quella grassa e quindi un dimagrimento; tuttavia un ragazzo che arriva all'età puberale in sovrappeso o che registra un aumento rapido di peso in questa fase della vita diventerà molto probabilmente un adulto obeso.
Spesso un bambino ingrassa pur non assumendo quantità esagerate di cibo. Questo perché nel 97-98% dei casi l'obesità infantile è legata all'associazione di fattori diversi:
- Costituzione (familiarità: un bambino con entrambi i genitori obesi ha l'80% di probabilità maggiore di andare incontro al sovrappeso con possibili evoluzioni verso l'obesità);
- Abitudini alimentari sbagliate con ritmo dei pasti alterati o selettività per certi alimenti;
- Sedentarietà.
La restante percentuale (2-3%) è legata a cause di altra natura:
- Genetiche (sindromi in cui frequentemente si associano obesità - bassa statura - ritardo mentale);
- Ormonali (è assai raro che in età pediatrica l'obesità dipenda da un cattivo funzionamento della tiroide);
- Cure farmacologiche prolungate (ad esempio cortisone assunto a grandi dosi per anni).
Studi effettuati sulle abitudini alimentari di bambini in sovrappeso hanno evidenziato:
- Eccessi di proteine (in particolare di derivazione animale), grassi e zuccheri aggiunti;
- Carenze di carboidrati complessi e di fibre (frutta, verdura e legumi);
- Ritmi di alimentazione sbagliati (colazione spesso assente, spuntini o merende molto ricche, spizzicare continuo, doppi secondi piatti ai pasti principali).
In questi casi risulta fondamentale indirizzare il più precocemente possibile il bambino verso corrette abitudini alimentari senza demonizzare alcun cibo: non vi è nessuna documentazione scientifica che stabilisca un nesso tra sovrappeso e intolleranze alimentari di qualsiasi tipo.
Altrettanto importante è stimolare il bambino al maggior consumo energetico possibile attraverso la pratica di uno sport - il nuoto risulta quello più adatto in queste situazioni - ma soprattutto con l'abitudine al movimento spontaneo - scale a piedi, passeggiate etc.
Il bambino deve evitare di stare seduto per ore davanti allo schermo della televisione o del computer. È documentato il rapporto diretto tra sovrappeso e ore trascorse davanti al televisore.
Se l'obesità è il prodotto di familiarità, abitudini alimentari incongrue e scarso movimento, appare evidente che il problema non è iniziare precocemente una dieta ipocalorica, ma aiutare il ragazzo a modificare il proprio stile di vita.
L'approccio ritenuto più corretto è rappresentato dallo stimolo al movimento - sport aerobico e movimento spontaneo - associato a una corretta alimentazione.
È importante seguire alcune regole di buona condotta:
- Iniziare la mattina con una buona colazione;
- Prevedere due spuntini, uno a metà mattina e uno il pomeriggio - preferibilmente a base di frutta;
- Mangiare verdura a pranzo e cena;
- Scegliere nei pasti principali un solo alimento con la lettera P (pasta o pane o patate).
La complessità dei fattori che intervengono nello sviluppo dell'obesità in età pediatrica, associata alle complicanze già presenti in questa fase della vita, pongono la necessità di occuparsi del problema il più precocemente possibile.
Il pediatra di famiglia sarà sempre il riferimento più indicato nell'evidenziare i problemi e nell'indirizzare la famiglia quando non si abbia una risposta adeguata o si sospetti la possibilità di forme complicate.
L'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù può fornire le risposte adeguate ad evidenziare e studiare le complicanze, motivare i ragazzi e le famiglie al cambiamento, prevedere percorsi di intervento più intensivi e di tipo riabilitativo, comprendenti la chirurgia bariatrica in casi di adolescenziali estremamente gravi.
In particolare, l'Unità Operativa di Educazione Alimentare prevede un approccio articolato in diversi step:
- Un primo intervento diagnostico ambulatoriale volto a definire il quadro clinico, le possibili complicanze e le motivazioni al trattamento;
- Un percorso terapeutico di terapia educazionale basato sulla definizione di semplici obiettivi di cambiamento e sulla valutazione degli stessi attraverso il diario alimentare;
- Percorsi di gruppo in Day Hospital di terapia educazionale basati sul coinvolgimento attivo del ragazzo all'interno di un gruppo e della famiglia con il confronto e il supporto di un'equipe multidisciplinare (medico – dietista – psicologo);
- In caso di forte selettività verso alcuni alimenti (frutta e verdura) i percorsi di terapia educazionale si basano sulla proposta di familiarizzazione multisensoriale con il cibo.
Allo stato attuale non ci sono farmaci adatti a combattere l'obesità in età pediatrica, eccetto l'uso di fibre che diminuiscono lievemente il senso di fame e rallentano l'assorbimento dei nutrienti. Le indicazioni a escludere alcuni alimenti a cui il soggetto sarebbe intollerante non trovano alcuna indicazione scientifica, né i test che vengono usati per documentare tali supposte intolleranze hanno validità scientifica.
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