Gas di scarico, fumi industriali, condizioni climatiche sfavorevoli: a pagare il prezzo più alto dell'inquinamento atmosferico sono soprattutto i piccoli, più vulnerabili degli adulti ai fattori inquinanti.
I bambini sono particolarmente vulnerabili ai fattori inquinanti per svariati motivi:
- Respirano attraverso l'apparato respiratorio volumi di aria proporzionalmente maggiori rispetto agli adulti (circa il doppio per ogni chilo di peso) e quindi inspirano una maggiore quantità di inquinanti;
- Durante l'infanzia, i processi di assorbimento e metabolici sono accelerati;
- Respirano ad una altezza inferiore, quindi più vicina al suolo, dove è presente una maggiore concentrazione di sostanze inquinanti prodotte dai veicoli stradali.
Il gas di scarico dei motori, i fumi degli impianti di riscaldamento in città, e di quelli industriali in genere, uniti a condizioni climatiche sfavorevoli, determinano un grave pericolo per l'apparato respiratorio dei bambini.
Le sostanze inquinanti più comuni sono:
- Le polveri fini, residuo della combustione proveniente dalle emissioni industriali, dagli scarichi dei veicoli, dall'usura dell'asfalto, dei freni, delle frizioni e degli pneumatici;
- Il monossido di carbonio che deriva da vari processi di combustione, principalmente dai veicoli a benzina e, in minore quantità, dalle raffinerie di petrolio e dalle combustioni con impianti a carbone o legno;
- L'ossido di azoto che si forma nei processi di combustione ad alte temperature, ed è prodotto dai veicoli, da industrie, dal riscaldamento domestico;
- L'ossido di zolfo, un prodotto della combustione, proveniente da impianti di centrali termoelettriche, raffinerie, da impianti di riscaldamento e, in minima parte, dal traffico veicolare.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che il rischio di mortalità nei bambini per cause respiratorie legate all'inquinamento sia cresciuto dell'1%.
L'inquinamento associato ad altri fattori di rischio quali:
- Le infezioni (prevalentemente virali);
- Le sostanze allergizzanti aeree (acari, pollini, muffe, epiteli di animali);
- Il fumo di sigaretta.
Agiscono in modo sinergico favorendo le patologie respiratorie ed una maggiore persistenza di sintomi quali tosse, bronchiti ricorrenti ed episodi di dispnea (affanno respiratorio).
Studi Italiani (SIDRIA, Studi Italiani sui Disturbi Respiratori dell'Infanzia e dell'Ambiente) hanno confermano questi dati rilevando come le patologie respiratorie siano più frequenti nelle città a maggiore tasso di inquinamento.
Ambientale
La correlazione tra i livelli di inquinamento atmosferico e le patologie respiratorie è ben noto, invece è ancora da meglio definire l'associazione diretta con l'asma.
Per esempio, uno studio effettuato in sei città americane ha dimostrato una correlazione diretta tra i livelli di inquinamento e la frequenza di tosse e bronchiti, asma, respiro sibilante o rinite.
Alcuni studi hanno riportato che il rischio di sviluppare asma sia maggiore per i soggetti che vivono nelle vicinanze di una strada ad elevato traffico.
Domestico
Il riscaldamento è la fonte principale di inquinamento domestico. Uno studio di 728 bambini (età <12 anni) con asma ha dimostrato che i pazienti provenienti da famiglie meno abbienti e che vivevano in case con stufe a gas presentavano maggior rischio di 'respiro sibilante', difficoltà respiratoria e senso di costrizione toracica.
Analizzando gli effetti dell'inquinamento sulla salute, più in generale, si rileva che, se l'elevato tasso di inquinamento può determinare una riduzione della funzionalità respiratoria, la ridotta funzionalità polmonare può rappresentare un importante fattore di rischio per lo sviluppo di gravi patologie in età successive come malattie polmonari croniche, arterosclerosi e malattie del sistema cardio-vascolare. Inoltre la presenza del piombo nell'aria può influire sullo sviluppo del sistema nervoso centrale, potenzialmente può provocare ritardi della crescita ed alterazioni del comportamento.
Diversi studi hanno dimostrato una correlazione tra fumo di sigaretta e l'ipereattività bronchiale.
Il fumo di sigaretta è dannoso per la salute del bambino in tutte le sue forme: fumo attivo, passivo e di 'terza mano'.
Fumo attivo: questa pratica sta diventando sempre più diffusa in età adolescenziale. Il fumo attivo è strettamente correlato con l'incidenza di asma ed episodi di difficoltà respiratoria in età adolescenziale e nei giovani adulti.
Fumo di seconda mano: risulta sempre più chiara l'associazione tra fumo passivo e sviluppo di problematiche respiratorie nelle prime età della vita.
Il fumo materno è la causa più frequente di fumo passivo in età pediatrica e si è dimostrato che raddoppia il rischio di sviluppare asma.
Fumo di terza mano: per fumo di terza mano si intende ogni qual volta l'adulto fumi in ambiente chiuso (casa, macchina, ufficio, etc.) anche in assenza del bambino.
I residui tossici del fumo rimangono nell'ambiente anche per anni e la semplice aerazione non basta per eliminarli.
- Non fumare in presenza dei bambini e/o negli ambienti chiusi (anche se poi arieggiati) anche in assenza dei minori;
- Adottare provvedimenti istituzionali come le domeniche ecologiche, le targhe alterne, le isole pedonali;
Rispettare alcune norme:
- Evitare di portare i bambini nelle zone di traffico più intenso e nelle ore di punta, non utilizzando il passeggino per evitare che i bambini siano a livello dei gas di scarico dei motori (meglio in braccio o nel marsupio);
- Non farli giocare negli spazi circondati da strade ad alta concentrazione di traffico o più in generale all'aperto quando vengono segnalati pericolosi livelli di inquinamento atmosferico;
- Per tutelare la loro salute è bene abituarli fin da piccoli a godere degli spazi aperti e non inquinati insegnando loro a respirare con il naso, ad apprezzare l'aria pulita, a prediligere le vacanze nelle zone salubri. E in macchina, in mezzo al traffico è bene tenere i finestrini chiusi, ma badando a cambiare i filtri della macchina ogni sei mesi.
Recenti studi epidemiologici hanno riportato che l'applicazione di leggi contro il fumo in luoghi pubblici come ambienti di lavoro, bar, ristoranti ed aeroporti sia associato con la riduzione di problematiche respiratorie.
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