Dislessia o disturbo della lettura

È un disturbo dell'apprendimento. È caratterizzata dai molti errori di lettura, lentezza e difficoltà di comprensione del significato dei testi 

La dislessia è un disturbo specifico dell'apprendimento, principalmente legato alla lettura, di origine neurobiologica.

Questo disturbo influenza la capacità di riconoscere e decodificare le parole in modo fluente e preciso.

Pertanto, i bambini dislessici tendono a fare molti errori durante la lettura, impiegano molto tempo per leggere e spesso non riescono a comprendere il significato del testo, pur avendo un'intelligenza assolutamente nella norma.

La dislessia ha una natura genetica, con oltre dieci geni probabilmente coinvolti nella sua insorgenza. Spesso, i familiari di un bambino dislessico hanno avuto difficoltà simili.

Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che il disturbo è associato a un funzionamento alterato di alcune regioni cerebrali coinvolte nel processo di lettura.

La dislessia è definita un “disturbo multifattoriale” perché può essere causata da molteplici fattori.

Essa può manifestarsi come una difficoltà di origine linguistica nell'associare lettere scritte (grafemi) ai suoni corrispondenti (fonemi), o come una difficoltà visiva e percettiva, o visiva e attentiva, nell'esplorare le lettere che compongono la parola. Inoltre, può riguardare una difficoltà nell'automatizzare il processo di lettura.

La lettura è tra le più importanti abilità scolastiche, in quanto influenza numerosi aspetti dell'apprendimento e di vita quotidiana di uno studente.

Nei bambini senza difficoltà di apprendimento, l'acquisizione della lettura avviene entro il secondo anno della scuola primaria.

Tuttavia, in circa il 3% della popolazione, le abilità di lettura non vengono acquisite in modo adeguato (dislessia).
Le conseguenze scolastiche, sociali, emotive ed economiche dei problemi di lettura possono essere di varia natura.

Le difficoltà di lettura emergono generalmente fin dalle prime fasi dell'apprendimento nella scuola primaria. Il bambino dislessico impara a leggere con estrema difficoltà, commettendo molti più errori rispetto ai compagni di classe e mostrando una lettura stentata e poco fluida.

È possibile riconoscere un bambino con sospetta dislessia perché quando legge si affatica facilmente, impiega molto tempo, commette svariati errori, salta parole e intere righe; spesso sostituisce lettere come p/b, b/d, g/q, a/e, a/o; può avere difficoltà a memorizzare sequenze come l'ordine alfabetico, i giorni della settimana, i mesi dell'anno; e talvolta non comprende ciò che legge.

Il bambino dislessico non riesce a svolgere autonomamente i compiti a casa, richiede la presenza dei genitori per completarli o tende a evitare i compiti di lettura.

La diagnosi di dislessia può essere effettuata a partire dalla fine del secondo anno della scuola primaria, e devono essere presenti i seguenti sintomi:

  • Lettura delle parole scorretta e/o lenta.
  • Difficoltà nella comprensione del significato di ciò che viene letto.

Le abilità scolastiche risultano quindi notevolmente inferiori a quanto atteso per l'età cronologica e per la scolarità del bambino, con importanti ripercussioni sulla vita quotidiana. Il bambino dislessico, infatti, non è autonomo nello svolgimento dei compiti o non raggiunge i risultati degli altri bambini della classe.

Questo può comportare conseguenze emotive e comportamentali, come cercare di evitare o rifiutare le attività scolastiche, manifestare eccessiva ansia e preoccupazioni per le verifiche e le prestazioni scolastiche.

La valutazione deve essere condotta da esperti e prevede una raccolta di informazioni che consente all’equipe di escludere la presenza di fattori medici, come disturbi neuro-sensoriali.

Inoltre, viene eseguita una valutazione delle abilità cognitive del bambino tramite un test di intelligenza, per escludere difficoltà più generali dal punto di vista logico.

Successivamente, vengono proposte prove di lettura, che solitamente includono un brano, una lista di parole e una di non parole, che il bambino deve leggere ad alta voce mentre l'esaminatore annota il numero di errori e il tempo impiegato.

La comprensione del testo viene valutata chiedendo al bambino di leggere a mente un brano e di rispondere a una serie di domande relative al contenuto.

Una volta effettuata la diagnosi, è necessario avviare un intervento abilitativo e/o terapeutico personalizzato, basato sulle caratteristiche neuropsicologiche del bambino rilevate durante la valutazione.

Il trattamento deve essere il più precoce possibile, seguendo un modello chiaro e basato su evidenze scientifiche, e deve essere adattato ai progressi ottenuti. Il trattamento viene interrotto quando non apporta ulteriori benefici al processo di lettura, scrittura e calcolo.

Oltre all'intervento riabilitativo, può essere utile inserire un tutor specializzato, una figura che fornisca al bambino strategie efficaci per il metodo di studio. In base alla diagnosi e al progetto riabilitativo, è utile applicare specifici strumenti compensativi e/o misure dispensative come previsto dalla legge 170/2010 sui disturbi specifici dell’apprendimento.

Gli strumenti compensativi, come il computer e la sintesi vocale, aiutano il bambino a svolgere le attività, mentre le misure dispensative consistono nell'evitare compiti particolarmente difficoltosi e non utili ai fini dell’apprendimento, come la lettura ad alta voce, e nel concedere tempi più lunghi per le prove scritte.

Inoltre, nel contesto scolastico, è necessario preparare un Piano Didattico Personalizzato (PDP) per rispondere in modo mirato ai bisogni degli studenti con queste caratteristiche.

Le difficoltà di lettura non si risolvono con l'esercizio. Per compensare tali difficoltà è innanzitutto necessario un intervento abilitativo personalizzato; è altrettanto importante utilizzare gli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla legge 170.

Tra questi ricordiamo evitare la lettura ad alta voce in classe, programmare le interrogazioni specificando i contenuti richiesti, registrare le lezioni per favorire lo studio a casa.

Il bambino con disturbo della lettura può anche utilizzare software o app che convertono il testo in parlato per aiutarlo nello studio e nell'acquisizione dei contenuti.

È fondamentale ricordare che queste difficoltà si manifestano in persone con un quoziente intellettivo nella norma e non sono attribuibili a fattori emotivi.

Le difficoltà nell’apprendimento non sono causate da ansia o scarsa autostima. Tuttavia, è importante considerare che nei Disturbi Specifici di Apprendimento può esserci la copresenza di altri disturbi come il Disturbo dell'Attenzione e Iperattività (ADHD), l'Ansia, la Depressione e i Disturbi della Condotta.

Il riconoscimento tardivo o mancato del Disturbo Specifico di Apprendimento spesso provoca un aumento della frequenza di disturbi depressivi e d'ansia in epoche successive.


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  • A cura di: Cristiana Varuzza
    Unità Operativa di Psicologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 23  Gennaio 2025 


 
 

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