L'anemia di Diamond-Blackfan (DBA) è una rara forma congenita (presente dalla nascita) di anemia, ovvero la riduzione patologica dell'emoglobina che causa una ridotta capacità del sangue di trasportare l'ossigeno nel corpo.
Ha una frequenza di 1 su 500000 nati vivi ed è dovuta all'incapacità del midollo osseo di produrre globuli rossi. È caratterizzata da grave anemia, presente dalla nascita o dai primi mesi di vita, cui si possono associare malformazioni congenite e aumentato rischio di tumori.
Dovuta, nella maggior parte dei casi, a una mutazione in uno dei geni coinvolti nella formazione dei ribosomi, la fabbrica delle proteine. Alla base dell'anemia di Diamond-Blackfan sono state identificate mutazioni in almeno 20 geni che codificano per la produzione delle proteine ribosomiali e nei geni GATA1, importante per un corretto differenziamento della cellula staminale emopoietica in globuli rossi, e TSR2, implicato nella maturazione dei ribosomi In una parte dei pazienti, il gene responsabile non viene identificato.
Nella maggior parte dei casi si tratta di mutazioni sporadiche o de novo, mutazioni cioè che non vengono ereditate dai genitori (i quali non sono dunque portatori) ma che si sono verificate spontaneamente nei geni di una delle cellule riproduttive dei genitori (spermatozoi o cellule uovo) quando si sono unite nel concepimento.
Nella restante parte dei casi, la mutazione viene ereditata da un genitore. L'ereditarietà è più frequentemente di tipo autosomico dominante, cioè c'è una probabilità del 50% di trasmetterla ai figli, indipendentemente dal sesso.
Sono stati descritti rari casi con ereditarietà di tipo autosomico recessivo, in cui la probabilità di trasmissione ai figli è del 25% Le forme dovute a mutazioni dei geni GATA1 e TSR2 sono invece trasmesse con modalità legata al sesso al cromosoma X.
L'anemia di Diamond-Blackfan si manifesta, fin dalla nascita o dai primi mesi di vita, con grave anemia.
I sintomi/segni di anemia che si possono rendere evidenti in un neonato/lattante sono pallore, scarsa vivacità, riduzione dell'alimentazione, facile affaticamento, sopore, difficoltà respiratoria, soprattutto durante l'allattamento/alimentazione. All'anemia si associa, in circa 1/3 dei casi, uno scarso accrescimento.
Le malformazioni congenite, presenti nel 50% circa dei pazienti, possono riguardare gli arti superiori/mano/pollice, il volto, il cuore o l'apparato genito-urinario.
Infine, l'anemia di Diamond-Blackfan è una condizione che predispone allo sviluppo di tumori, in particolare leucemie mieloidi acute, sindromi mielodisplastiche e tumori solidi, tra cui l'osteosarcoma.
La diagnosi di anemia di Diamond-Blackfan può essere sospettata, prevalentemente nel primo anno di vita, in un bambino con anemia con ridotto numero di reticolociti (globuli rossi giovani, immaturi, che vengono rilasciati dal midollo osseo nel circolo sanguigno), eventualmente associata a malformazioni congenite.
Alcuni parametri di laboratorio quali l'incremento dell'attività dell'enzima adenosina deaminasi eritrocitaria (eADA), della concentrazione di emoglobina fetale (HbF) e dei livelli di eritropoietina sono spesso presenti, sebbene non specifici, e possono avvalorare la diagnosi.
L'esame del midollo osseo, aspirato midollare e biopsia osteomidollare, mostra una forte riduzione dei precursori dei globuli rossi, le cellule da cui si formano, con normale numero di precursori dei globuli bianchi e delle piastrine.
L'individuazione di una mutazione in uno dei geni noti conferma la diagnosi.
Per quanto in una certa quota di pazienti (fino al 20% secondo alcune casistiche) si possa verificare una remissione spontanea della malattia (più frequentemente nei primi 10 anni di vita), il trattamento dell'anemia di Diamond-Blackfan si basa sull'utilizzo di corticosteroidi, sulla trasfusione di globuli rossi concentrati e, in casi selezionati, sul trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (o trapianto di midollo osseo).
Infatti, una buona percentuale di pazienti ottiene una risposta ematologica, cioè va incontro a un aumento dell'emoglobina, alla terapia con corticosteroidi e, in alcuni casi, lunghi periodi di remissione anche dopo la sospensione del trattamento.
Questi farmaci, tuttavia, hanno rilevanti effetti collaterali quando il trattamento viene protratto per lunghi periodi, come nel caso di questa patologia, e devono quindi essere prescritti da medici esperti nel trattamento della malattia.
Nel caso in cui le dosi di steroide necessarie a mantenere un livello di emoglobina adeguato, sufficiente cioè a garantire una normale attività quotidiana e un adeguato accrescimento, siano troppo elevate, il trattamento viene considerato inefficace.
Le trasfusioni di globuli rossi sono impiegate quando è necessario aumentare rapidamente i livelli di emoglobina, in caso di mancata o inadeguata risposta alla terapia con corticosteroidi e nei pazienti costretti a sospendere il trattamento per importanti effetti collaterali.
Poiché il sangue trasfuso contiene alte quantità di ferro che l'organismo non è in grado di eliminare, in caso di trasfusioni ripetute è necessario iniziare una terapia specifica per l'eliminazione del ferro (terapia ferrochelante), al fine di prevenire tossicità d'organo (per esempio un danno al fegato).
Il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche è l'unico trattamento curativo della patologia. È indicato nei pazienti dipendenti da trasfusioni quando è disponibile un fratello non malato HLA-compatibile.
Nei pazienti che non dispongono di un donatore familiare compatibile, vi è la possibilità di eseguire il trapianto da donatori alternativi, come per esempio quelli selezionati sui registri internazionali dei donatori di midollo osseo.
L'anemia di Diamond-Blackfan con mutazioni genetiche identificabili potrebbe rappresentare un futuro potenziale campo di applicazione di tecniche di terapia genica ma attualmente la ricerca in questo ambito è ancora in fase preclinica, ovvero nella fase di ricerca essenziale prima di passare allo studio sull’uomo.
Anemia di Diamond-Blackfan: Codice RDG010
Sinonimi: Anemia congenita ipoplastica
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