I folati fanno parte delle vitamine del gruppo B (si tratta della vitamina B9) e sono presenti in molti alimenti: verdure a foglia larga verde (spinaci, broccoli, lattuga), carciofi, cavoli, fagioli, barbabietole, agrumi, germe di grano, lievito, tuorlo d'uovo, fegato e pane integrale.
Con il termine di acido folico si intende invece la molecola di sintesi contenuta nei prodotti vitaminici presenti in commercio o negli alimenti supplementati con tale vitamina.
I folati devono essere necessariamente introdotti con l'alimentazione, in quanto il nostro organismo li produce solo in quantità molto limitate.
Il quantitativo di folati effettivamente utilizzabile dall'organismo si riduce in quanto, una volta ingeriti, ne viene assorbita circa la metà, una gran parte si riduce durante la conservazione dei cibi per l'esposizione al calore ed una parte si diluisce nell'acqua di cottura degli alimenti.
A partire dagli anni Novanta la letteratura internazionale indica chiaramente che l'assunzione di acido folico durante la gravidanza riduce l'insorgenza dei difetti del tubo neurale (DTN), rappresentati in particolare dall'anencefalia (mancanza totale o parziale delle ossa del cranio e del cervello) e dalla spina bifida (incompleta chiusura della colonna vertebrale).
L'efficacia dell'acido folico come intervento di prevenzione dei DTN e di altre malformazioni è stata suggerita da studi condotti in Gran Bretagna, Ungheria, Stati Uniti, Australia e Cina. Dal 1998, negli Stati Uniti, la farina di grano è stata fortificata con acido folico (140 microgrammi per 100 grammi di grano) e tale fortificazione ha ridotto il numero dei neonati con difetti neurologici sensibili ai folati.
Un quantità maggiore di folati dovrebbe essere assunta anche in Italia, nonostante l'alimentazione mediterranea. Per il cambiamento degli stili di vita e i metodi di conservazione e cottura degli alimenti, è fortemente consigliabile un'integrazione di acido folico dal periodo che precede l'inizio della gravidanza. Con tale integrazione il rischio di difetti del tubo neurale potrebbe ridursi del 70%.
Per quanto riguarda la prevenzione delle altre malformazioni le prove ci sono, anche se meno solide e con effetto probabilmente più debole. Una serie di studi hanno infatti stabilito un nesso tra l'assunzione di acido folico nel periodo periconcezionale (un mese prima del concepimento fino alla fine del 3° mese di gravidanza) e la prevenzione di altri difetti congeniti, come le cardiopatie congenite e la labiopalatoschisi (labbro leporino).
Il dosaggio consigliato è di almeno 0,4 mg (400 microgrammi) al giorno. Dosaggi inferiori (0,2 mg al giorno) potrebbero essere ugualmente efficaci, ma non esiste una documentazione scientifica in tal senso.
Si sconsigliano dosaggi superiori a 5 mg, ma si suggeriscono dosi più alte solo per le gravidanze a rischio, come nei casi in cui vi sia stato un precedente figlio con un difetto del tubo neurale o vi sia una familiarità per tali malformazioni.
Poiché i più comuni e gravi difetti congeniti insorgono tra il concepimento e la 8ª-12ª settimana di gestazione, è necessario che tale integrazione vitaminica inizi almeno un mese prima del concepimento e prosegua per tutto il primo trimestre di gravidanza.
L'assunzione giornaliera di acido folico, accompagnata da un'alimentazione sana ed equilibrata, andrebbe quindi raccomandata a tutte le donne in età fertile che programmino di intraprendere una gravidanza, considerando anche che la somministrazione di acido folico per lunghi periodi non provoca nessun effetto collaterale e potrebbe anzi contribuire a prevenire infarto, ictus e tumore del colon.
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