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Trapianto del rene

La sopravvivenza dei pazienti che si sottopongono a questo intervento è prossima al 100%. Nonostante questo, possono verificarsi complicanze come il rigetto 

Il trapianto di rene consiste nell'inserimento nell'addome del bambino di un rene proveniente da un donatore compatibile, ovvero con caratteristiche il più possibile simili a quelle del ricevente.
Questo si rende necessario quando il rene perde completamente la capacità di eliminare le sostanze di scarto accumulate dall'organismo.

Nell'attesa che venga realizzato, la sostituzione della sua funzione depurativa può essere temporaneamente garantita dalla dialisi. Il nuovo organo è, da solo, in grado di garantire la funzione renale complessiva, normalmente sostenuta da due reni. 

Il trapianto di rene si realizza attraverso un intervento chirurgico complesso nel quale il nuovo rene viene attaccato ad arterie e vene del bambino che ne ha bisogno. Il rene trapiantato può provenire da un donatore deceduto o da un donatore vivente.

Trapianto di rene da donatore deceduto: nei bambini, in Italia, i reni vengono assegnati su scala nazionale, per mezzo di un sistema computerizzato gestito e garantito dal Centro Nazionale Trapianti.

In questo modo, per ogni organo, viene sempre scelta la migliore combinazione ricevente-donatore possibile in quel momento. Nel nostro Paese, l'attesa media per un trapianto renale in età pediatrica è di circa un anno.

Trapianto di rene da donatore vivente: in questo caso, il rene viene donato quasi sempre da uno dei genitori del bambino o, più raramente, da un parente stretto maggiorenne (mai da un fratello minorenne).

Il donatore viene studiato molto accuratamente per escludere che possa trasmettere malattie al ricevente e, ancor più, per essere certi che il rene rimanente sia in grado di garantire al donatore il mantenimento della normale funzione renale.

In questo caso, si cerca di effettuare l'intervento il più presto possibile, prima che si renda necessaria la dialisi.
Nel nostro ospedale sono state sviluppate tecniche chirurgiche mini-invasive e laparoscopiche per il prelievo del rene che consentono una rapidissima ripresa del donatore. 

Le complicanze possono essere numerose. Tra queste ricordiamo il rigetto, cioè la possibilità che il rene non venga accettato dal corpo del bambino. 

Per quanto riguarda le complicanze infettive, queste possono essere dovute alla terapia immunosoppressiva. La terapia immunosoppressiva è necessaria per impedire che l'organismo del bambino rigetti il nuovo organo, tramite l'utilizzo di farmaci in grado di ridurre la risposta immunitarie del ricevente.

Purtroppo, questi farmaci riducono anche le capacità di difesa del bambino. Sono possibili, quindi, infezioni virali o batteriche, anche provocate da germi che di solito non causano alcun problema in bambini sani. È essenziale che il medico conosca e prevenga, per quanto possibile, la comparsa di queste infezioni.

Per questo motivo, i bambini ricevono numerose vaccinazioni prima del trapianto. 
Altre complicanze, fortunatamente molto più rare, sono possibili. Tra queste ricordiamo l'incidenza lievemente maggiore di tumori rispetto alla popolazione generale e di diabete.

Un momento molto delicato è poi il passaggio verso l'adolescenza. La necessità di dimostrare a sé stesso e agli altri la propria normalità può spingere il ragazzo a comportamenti molto pericolosi per se stessi e per l'organo. In questa fase, un rischio molto importante è costituito in particolare dalla interruzione volontaria della terapia immunosoppressiva.

Perché il rene trapiantato possa durare a lungo, è indispensabile che il bambino venga controllato dal centro trapianti e che assuma alcune medicine per tutta la vita. Se i controlli vengono effettuati correttamente e le medicine vengono assunte regolarmente, gli organi possono durare anche molto a lungo.

Nell'esperienza del nostro Ospedale, circa il 95% dei trapianti effettuati in età pediatrica è funzionante a distanza di 1 anno dall'intervento e oltre l'80% lo è ancora dopo 10 anni. 

La durata successiva è più difficile da definire: l'introduzione recente di nuove terapie ha significativamente migliorato la prognosi a medio termine rispetto a quanto osservato solo 10 o 15 anni fa. È quindi difficile oggi dare una stima circa le prospettive future.

È tuttavia realistico sperare che bambini in cui la procedura è stata eseguita in questi ultimi anni possano mantenere il loro nuovo rene funzionante anche molto a lungo.

L'obiettivo finale è quello di garantire al bambino il recupero di una vita normale. Questo significa che il bambino deve poter andare a scuola, fare sport, avere una vita sociale e, quando ne avrà l'età, costruirsi una famiglia. Le gravidanze di ragazze e donne trapiantate di rene in età pediatrica sono ormai una realtà consolidata.

 

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  • A cura di: Luca Dello Strologo
    Follow-up Trapianto Renale
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Ultimo Aggiornamento: 02  Marzo 2018 


 
 

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