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Tiroidite autoimmune

Si tratta di un processo infiammatorio che colpisce la ghiandola della tiroide. Ecco le cause, i sintomi e i rischi  

Si definisce tiroidite autoimmune un processo infiammatorio della ghiandola tiroide dovuto a produzione di anticorpi e di linfociti diretti contro la stessa ghiandola. È la più comune malattia tiroidea non congenita dell'età pediatrica (circa il 2-3% dei soggetti in età scolare), con maggiore prevalenza nel sesso femminile. È rara al di sotto dei 6 anni e la frequenza aumenta in età adolescenziale.

La causa scatenante è sconosciuta, anche se esiste una predisposizione familiare.

La malattia è determinata dalla produzione di autoanticorpi (anticorpi propri) rivolti contro alcune componenti cellulari della propria tiroide e dall'infiltrazione del tessuto ghiandolare da parte di cellule del sistema immunitario (linfociti). Ciò determina un progressivo danno a carico della tiroide.

La produzione di autoanticorpi diretti contro le cellule tiroidee può anche essere associata ad altre malattie autoimmunitarie relativamente comuni nell'età pediatrica, quali artrite reumatoide, Lupus Eritematoso Sistemico, vitiligo, diabete di tipo I, malattia celiaca.

La tiroidite può presentarsi senza alcun sintomo, pertanto può essere una malattia difficile da scoprire e valutare. La comparsa di una tumefazione della regione anteriore del collo giustifica il sospetto clinico.

Talvolta, nelle prime fasi, vi può essere una transitoria iperfunzione della tiroide (per la massiva distruzione di tessuto tiroideo e immissione in circolo di un eccesso di ormoni) che determina alcuni sintomi di ipertiroidismo:

  • Dimagrimento;
  • Tremori;
  • Accelerato battito cardiaco; 
  • Insonnia. 

La funzione tiroidea può tornare alla norma per un lungo periodo di tempo e in seguito divenire insufficiente (ipotiroidismo) con una serie di sintomi clinici che dipendono dall'età del soggetto:

  • Riduzione della velocità di crescita staturale; 
  • Aumento di peso;
  • Stato di sonnolenza e apatia.

La tiroidite ha un decorso in generale benigno e privo di rischi. Raramente, il mancato riconoscimento di uno stato di ipertiroidismo (di solito transitorio) può esporre il soggetto al rischio di insorgenza di disturbi cardiaci; mentre il mancato trattamento dello stato di ipotiroidismo conclamato interferisce sulla crescita e sullo sviluppo.

Possono rappresentare segni clinici di tiroidite:

  • Aumento di volume del collo;
  • Rallentamento della velocità di crescita staturale;
  • Incremento ponderale.

Uno stato di agitazione con tachicardia e insonnia può essere invece la spia di uno stato di iperfunzione tiroidea.

È bene che gli accertamenti vengano suggeriti e coordinati dal pediatra in collaborazione con un centro specializzato di endocrinologia pediatrica. Comprendono di solito:

  • Esami del sangue; 
  • Esami ematici ormonali come TSH, FT4, FT3, e gli  autoanticorpi (sia bloccanti AbTPO, AbTG che quelli attivanti Trak);
  • Ecografie della tiroide.

La terapia è orientata nel ristabilire una normale funzionalità della tiroide, nelle fasi di malattia in cui ve ne fosse la necessità, mediante l'utilizzo di farmaci a base di ormoni, come la L-Tiroxina, in maniera tale da sostituire la produzione deficitaria degli ormoni tiroidei e di inibirne l'eccessiva secrezione del TSH, infatti la terapia deve essere modulata sulla base dei livelli di TSH ematico.

 

 

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  • A cura di: Marco Cappa
    Area di Ricerca Terapie Innovative per le Endocrinopatie
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 02  Settembre 2024 


 
 

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