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Tifo: febbre tifoide e paratifoide

Infezione da salmonella dovuta a ingestione di alimenti di origine animale crudi o non pastorizzati, oppure di acqua contaminata. La vaccinazione è raccomandata ai viaggiatori diretti in aree in cui il tifo è endemico 

Con i termini tifo e paratifo si fa riferimento a infezioni del tratto gastrointestinale causate da batteri del genere Salmonella.
Le salmonelle appartengono a due 2 gruppi principali:

  • Salmonella tifoidea (Salmonella typhi, Salmonella paratyphi A, Salmonella paratyphi B e Salmonella paratyphi C);
  • Salmonella non tifoidea (comprende le cosiddette salmonelle minori, quali Salmonella typhimurium e Salmonella enteritidis).

Nei paesi occidentali, la febbre tifoide è una malattia prevalentemente associata ai viaggi in aree endemiche. Le infezioni da salmonella tifoidea si contraggono tramite ingestione di alimenti di origine animale crudi o non pastorizzati (uova, latte e carne), oppure di acqua contaminata.

La trasmissione uomo-uomo si verifica per via oro-fecale, ovvero per contatto con residui fecali di una persona affetta, specie se non si osservano le misure di igiene delle mani (lavaggio delle mani) e degli oggetti utilizzati.

I sintomi delle enteriti da salmonella compaiono in media 12-36 ore dopo l'ingestione degli alimenti contaminati e hanno una durata di 4-7 giorni.
I sintomi più frequenti sono:

  • Diarrea (talvolta con emissione di sangue);
  • Dolori addominali;
  • Nausea;
  • Vomito;
  • Febbre (38-39 °C).

La disidratazione è una complicanza delle forme che si manifestano con diarrea profusa.
La gravità dell'infezione dipende dal tipo di salmonella responsabile: alcune infezioni guariscono spontaneamente, ma altre, come la forma tifoidea, coinvolgono tutto l'organismo e possono richiedere l'ospedalizzazione.

Oltre alle localizzazioni gastrointestinali, le forme generalizzate possono causare infezioni dell'osso e del sistema nervoso centrale o diffondersi nel torrente circolatorio (batteriemia e sepsi).

La diagnosi si basa anzitutto su un'attenta raccolta della storia clinica e su una visita altrettanto accurata. 

Viene confermata raccogliendo un campione di feci che viene inviato in laboratorio per la ricerca della salmonella (coprocoltura). Un precedente contatto con la salmonella può essere documentato, ad almeno 2 settimane di distanza, ricercando nel sangue anticorpi diretti contro il batterio (sierodiagnosi di Widal). 

Nella febbre tifoidea complicata da diffusione della salmonella nel torrente circolatorio, la diagnosi viene confermata tramite un prelievo di sangue che viene inviato in laboratorio per la ricerca della salmonella (emocoltura).

Frequentemente il decorso dell'infezione da salmonella è benigno e tende a risolversi senza alcuna terapia mirata. È sempre indicata la terapia di supporto per garantire una adeguata idratazione (liquidi, soluzione reidratante orale); sono invece sconsigliati i farmaci antispastici che rallentano la motilità intestinale, riducendo quindi la diarrea senza eliminare la causa infettiva. 

Il trattamento antibiotico è indicato nelle forme gravi e nelle fasce di età più fragili (lattanti di età inferiore a 3 mesi, anziani), nei pazienti affetti da patologie croniche o che assumono farmaci immunosoppressori, nei quali il rischio di evoluzione verso le forme generalizzate è più elevato.

La prevenzione delle infezioni da salmonella consiste nell'adozione di misure igieniche appropriate per evitare l'ingestione di alimenti di origine animale crudi o non pastorizzati e di acqua non potabile curando altresì l'igiene delle mani. 

Il rispetto della catena del freddo degli alimenti è indispensabile per evitare la proliferazione dei batteri. 

È inoltre importante la separazione degli alimenti potenzialmente contaminati da quelli da ingerire crudi all'interno del frigorifero.

La vaccinazione anti-tifica è raccomandata ai viaggiatori diretti in aree in cui la febbre tifoide è endemica (Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Laos, Nepal, Pakistan e Vietnam). 

Sono disponibili due tipi di vaccino (orale, che richiede 3 dosi, e intramuscolo, che richiede una dose) che conferiscono protezione dopo un tempo che va da 1 a 4 settimane dalla somministrazione e per una durata di circa 2 anni dalla data di esecuzione. 

È possibile effettuare la vaccinazione anti-tifica o per via intramuscolare a partire dai 6 mesi di età e quella per via orale a partire dai 5 anni di età.

 

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  • A cura di: Maia De Luca, Federica Ferrigno
    Unità Operativa di Malattie Infettive
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Ultimo Aggiornamento: 30  Settembre 2022 


 
 

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