La sindrome di Bartter è una malattia genetica rara causata dall'incapacità parziale del rene di riassorbire sodio e cloro, due importanti elettroliti che insieme formano una molecola di sale, analogo al sale da cucina. Il nostro sangue contiene grandi quantità di sodio e di cloro, essenziali al buon funzionamento del nostro organismo. A tal fine, filtra il sangue e riassorbe nel tubulo renale quanto è necessario al nostro organismo, utilizzando meccanismi complessi che richiedono speciali pompe molecolari.
Nella sindrome di Bartter mancano alcune pompe molecolari in un segmento particolare del tubulo renale. Pertanto, il rene attiva dei meccanismi ormonali (renina e aldosterone) che consentono di recuperare parte del sodio perso, in cambio di potassio o insieme a bicarbonato. Questo causa ipokaliemia (potassio basso) e alcalosi (bicarbonati elevati).
Altra conseguenza è la perdita di quantità importanti di acqua (aumento delle urine o poliuria) e calcio (ipercalciuria), perché sono compromessi i segmenti del tubulo renale che permettono al rene di concentrare le urine e trattenere il calcio. L'ipercalciuria causa a sua volta depositi di calcio nel rene o nefrocalcinosi.
La sindrome di Bartter può essere causata da mutazioni di almeno cinque geni: SLC12A1, KCNJ1, CLCNKB , BSND e CLCNKA. A seconda del gene mutato, viene suddivisa in differenti sottotipi (I, II, III, IV). Questi geni contengono le informazioni necessarie per sintetizzare proteine implicate nel riassorbimento dei sali da parte del rene (le “pompe molecolari”).
Qualunque sia la mutazione che la causa, la sindrome di Bartter è ereditata con modalità autosomico recessiva. Le malattie a trasmissione autosomica recessiva si verificano soltanto nelle persone che hanno ereditato due copie alterate (mutate) di un gene. Sono mutate sia la copia ereditata dalla mamma che la copia ereditata dal papà. Il termine "recessivo" significa che l'alterazione di una sola delle due copie di geni non è sufficiente per provocare la malattia. Per causare la malattia, entrambe le copie dei geni debbono essere mutate.
I genitori sono portatori di una copia sola del gene alterato (l'altra copia è normale) quindi non sono malati: sono portatori sani. Due portatori sani che vogliono avere figli hanno, ad ogni gravidanza, un 25% di probabilità (una su quattro) di avere un figlio malato. La probabilità è indipendente dal sesso del nascituro.
Esiste infine una forma transitoria di sindrome di Bartter, presente solo nei soggetti maschi, i cui sintomi si attenuano fino a scomparire nei primi mesi di vita.
La gravità dei sintomi dipende dal tipo di mutazione. Caratteristica comune di tutte le sindromi di Bartter è l'alcalosi ipokaliemica. Durante la gravidanza esiste spesso un polidramnios (aumento del liquido amniotico) causato dall’aumento della quantità di urina emessa dal feto (poliuria fetale). Il liquido amniotico è infatti prodotto principalmente dall'urina del feto.
Per tale motivo, i pazienti nascono spesso prematuri, in particolare nelle forme di tipo I, II e IV. L'eccessiva perdita di urine predispone al rischio di disidratazione, sintomo iniziale di molti pazienti. Nella forma di tipo IV è presente anche sordità. La forma di tipo III è in genere meno grave e la diagnosi è spesso più tardiva. Quasi sempre l’ecografia renale permette di osservare la presenza di depositi di calcio nel rene (nefrocalcinosi).
La diagnosi viene fatta su base clinica e metabolica, per riscontro di alcalosi ipokaliemica in pazienti con aumentata diuresi (quantità di urina prodotta) e scarso accrescimento. Nelle forme neonatali, i bambini sono generalmente prematuri e nascono dopo una gravidanza complicata da polidramnios. La presenza di polidramnios porta spesso a sospettare la diagnosi durante la gravidanza. I bambini con sindrome di Bartter neonatale sviluppano nei primi mesi di vita una nefrocalcinosi. I livelli plasmatici di renina e aldosterone sono tipicamente elevati. La diagnosi viene confermata dai risultati dell’analisi genetica.
La terapia è mirata a compensare le perdite urinarie con supplementi di sodio cloruro e potassio cloruro e a ridurre la poliuria con farmaci che inibiscono la sintesi di prostaglandine (molecole attive nell’infiammazione), quali indometacina o ibuprofene. La terapia cronica con questi farmaci può causare nel tempo delle lesioni renali, ma i benefici sono generalmente superiori agli effetti indesiderati. I soggetti affetti da malattia di Bartter devono bere diversi litri al giorno per compensare le perdite urinarie (2-5 litri, a seconda dell'età e della gravità della malattia). I lattanti con forme neonatali richiedono generalmente un’idratazione tramite sondino nasogastrico nel primo anno di vita.
La malattia non può essere prevenuta. Tuttavia, può essere sospettata o diagnosticata prima della nascita con l’osservazione ecografica di polidramnios o con la diagnosi prenatale nei casi familiari. La diagnosi prenatale consente di iniziare la terapia dal primo giorno di vita e di evitare complicanze legate alla disidratazione.
Pur trattandosi di una malattia genetica seria, la prognosi rimane nell'insieme abbastanza buona. Spesso la crescita è difficile nei primi anni di vita. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti raggiunge l'età adulta con una statura normale. Nelle forme più gravi, la funzione renale può alterarsi nel tempo e alcuni soggetti adulti necessitano di dialisi e trapianto renale.
Sindrome di Bartter: Codice RJG010
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