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Sindrome da Distress Respiratorio Acuto (ARDS)

Per curare questa malattia si può ricorrere alla ventilazione meccanica o all'ossigenazione extracorporea 

La Sindrome da Distress Respiratorio Acuto (ARDS, Acute Respiratory Distress Syndrome) è una malattia potenzialmente mortale perché le pareti dei capillari polmonari non funzionano bene e diventano permeabili, per cui si verifica un passaggio di liquido dai capillari agli alveoli polmonari.

Gli alveoli sono piccolissime cavità che svolgono una funzione vitale: permettono lo scambio dei gas respiratori tra il sangue e l'aria. Se gli alveoli si riempiono di liquido, gli scambi gassosi necessari per la sopravvivenza risultano compromessi.

La Sindrome da Distress Respiratorio Acuto (ARDS) va ben distinta dalla Sindrome da Distress Respiratorio (RDS) o Malattia da membrane ialine. La Malattia da membrane ialine è la principale malattia respiratoria del neonato pretermine ed è causata dalla insufficiente produzione di surfattante, la proteina che impedisce agli alveoli polmonari più piccoli di collassare alla fine dell'espirazione.

Gli eventi che scatenano la Sindrome da Distress Respiratorio Acuto possono essere raggruppati in due categorie: condizioni dirette, polmonari, e condizioni indirette, extrapolmonari. Le cause dirette comprendono tutte quelle condizioni che provocano danni al tessuto polmonare come:

  • L'aspirazione e l'inalazione di meconio (le prime feci del neonato);
  • L'aspirazione e l'inalazione di agenti chimici e gas tossici;
  • La polmonite;
  • La contusione polmonare provocata da un trauma;
  • L'ingestione di agenti tossici.

Il danno indiretto è invece causato più frequentemente:

  • Dalla sepsi;
  • Dalla pancreatite acuta;
  • Dall'overdose di alcune sostanze (oppioidi e tiazidici);
  • Dalla formazione di coaguli di sangue in tutto il corpo (CID);
  • Dalle molteplici trasfusioni di sangue.

I sintomi possono comprendere:

  • Il respiro affannoso e rapido (tachipnea);
  • Lo stato di agitazione;
  • La cianosi;
  • La sudorazione profusa.

Inoltre, segni che suggeriscono lo sviluppo di Sindrome da Distress Respiratorio Acuto includono l'aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, la riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue (ipossiemia) e la colorazione bluastra della cute e delle mucose (cianosi).

La Sindrome da Distress Respiratorio Acuto viene diagnosticata sulla base di numerosi criteri: il peggioramento dei sintomi respiratori viene rilevato tramite ascoltazione toracica, durante la quale si possono ascoltare rantoli diffusi (liquido negli alveoli).

Tramite radiografia del torace viene rilevata la presenza di questo liquido (essudato) nei polmoni. Anche l'esecuzione della tomografia computerizzata (TC) può fornire immagini utili ai fini della diagnosi.

Gli esami del sangue mostrano spesso alterazioni aspecifiche che dipendono dalle cause della Sindrome da Distress Respiratorio Acuto. Nelle forme gravi di ipossiemia è possibile rilevare alterazioni che suggeriscono la simultanea insufficienza di più organi (insufficienza multiorgano).

Poiché a oggi non è disponibile alcun trattamento farmacologico efficace per la Sindrome da Distress Respiratorio Acuto, la sua gestione è sostanzialmente caratterizzata dal supporto delle funzioni vitali e dal trattamento della causa che ne ha determinato l'insorgenza.
Gli interventi di supporto delle funzioni vitali del polmone, che risultano compromesse nella malattia, sono:

  • La gestione degli apporti dei fluidi, che deve essere adeguata alle esigenze del paziente;
  • La somministrazione di adeguati apporti calorici attraverso la nutrizione artificiale;
  • La ventilazione meccanica, è la parte principale del trattamento della sindrome, poiché mantiene in vita il paziente assicurando gli scambi gassosi, nonostante la compromissione dei polmoni;
  • La tecnica di ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO, ExtraCorporeal Membrane Oxygenation) che permette di affidare temporaneamente la funzione polmonare a un'apparecchiatura in grado di prelevare il sangue del paziente per aggiungervi ossigeno e sottrarre da esso l'anidride carbonica, analogamente a quanto normalmente fa il polmone.


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  • A cura di: Federica Porcaro, Francesca Petreschi
    Unità Operativa di Broncopneumologia
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Ultimo Aggiornamento: 19  Settembre 2022 


 
 

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