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Radiologia Interventistica

Si utilizzano diversi strumenti per avere le immagini di determinate zone del corpo, utili per fare diagnosi e per eseguire interventi terapeutici guidati 

La radiologia interventistica è una super-specialità della radiologia, in rapido e continuo sviluppo; come suggerisce il nome, ne costituisce il “braccio” terapeutico perché è in grado di intervenire in molte condizioni patologiche in sostituzione o in affiancamento alla chirurgia. 

I medici dedicati a questa disciplina utilizzano diversi tipi di apparecchiature per ottenere immagini di determinate aree del corpo (esistono applicazioni specifiche per tutte le parti del corpo, “dalla testa ai piedi”), utilizzandole per affinare la diagnosi o eseguire interventi veri e propri. Queste tecniche di imaging comprendono: 

La radiologia interventistica vascolare fornisce immagini estremamente utili per la diagnosi e per l'esecuzione di interventi terapeutici in una vasta gamma di condizioni patologiche. 

Questa procedura, molto utilizzata nella popolazione adulta, diventa progressivamente più complessa man mano che le dimensioni del paziente diminuiscono.  

Proprio come nel mondo dell’adulto, questa super-specialità si è ulteriormente suddivisa in tre ambiti, a seconda delle regioni anatomiche di interesse; queste sono: 

  • Radiologia interventistica (che si occupa degli arti e dell’addome) 
  • Neuroradiologia interventistica (che si occupa del cervello, del volto e del midollo spinale) 
  • Cardiologia interventistica (chiamata Emodinamica, che si occupa del cuore e dei grossi vasi del torace) 

Direttamente attraverso la cute o passando attraverso i vasi maggiori (arterie e vene, generalmente della gamba), vengono inseriti degli aghi o dei piccoli cateteri (tubicini di plastica solitamente di 1-2 millimetri di diametro), attraverso i quali si raggiunge la sede di interesse. 

Quando si raggiunge tale sede, il catetere può venir lasciato in sede per diverso tempo o utilizzato al momento per poi essere rimosso al termine della procedura. Nel primo caso viene utilizzato ad esempio per: 

  • Iniettare farmaci o nutrienti;
  • Eseguire l'emodialisi.  

Nel secondo caso il catetere può venir utilizzato ad esempio per: 

  • Prelevare campioni di sangue o tessuti (biopsia) che verranno esaminati in laboratorio; 
  • Misurare la pressione del sangue in maniera invasiva; 
  • Iniettare una sostanza o mezzo di contrasto visibile ai raggi X (angiografia diagnostica); 
  • Allargare un vaso sanguigno ristretto o ostruito (angioplastica di una stenosi); 
  • Chiudere un vaso sanguigno dilatato o rotto (riparazione di un aneurisma o di una emorragia); 
  • Bruciare una malformazione vascolare (sclerotizzazione) 
  • Ampliare l'apertura di una valvola cardiaca (valvuloplastica); 
  • Le procedure per inserire gli aghi o i cateteri variano molto a seconda dell'esame o della terapia. Alcune richiedono l'anestesia generale, altre si possono eseguire in anestesia locale. 

Nei bambini, gran parte della attività di radiologia interventistica è diretta a ottenere un accesso vascolare a medio/lungo termine che, tipicamente, si ottiene con un catetere venoso centrale o CVC.

Le indicazioni principali per il posizionamento di un catetere venoso centrale includono la necessità di una nutrizione parenterale totale, l'emodialisi, la somministrazione per via endovenosa, per lunghi periodi di tempo, di alcuni farmaci tra cui chemioterapici e antibiotici.

L'indicazione più comune per l'angiografia renale è l'ipertensione renale. Fino al 25% dei bambini e ragazzi con ipertensione hanno una causa renale. Le stenosi (restringimento) dell'arteria renale, in particolare a causa della displasia fibromuscolare e della neurofibromatosi di tipo 1, possono essere trattate con successo con l'angioplastica.

L'angioplastica consiste nell'inserimento in un grande vaso sanguigno, ad esempio nell'arteria femorale, di un catetere a palloncino che viene spinto fino a fargli raggiungere il restringimento. Il palloncino viene quindi gonfiato in modo da ampliare il restringimento dell'arteria renale. 

Nei traumi addominali coinvolgenti la milza, l'embolizzazione splenica è riconosciuta dai chirurghi come un'opzione di prima scelta che permette di occludere l'arteria, far cessare l'emorragia e salvaguardare l’organo: anche solamente un residuo d’organo può evitare il rischio di gravi infezioni, che corrono invece i pazienti privati chirurgicamente della milza (splenectomizzati). 

Infezioni, fibrosi cistica, bronchiectasie, tubercolosi, aspirazione di corpi estranei e malattie cardiache congenite possono causare emorragie polmonari tali da rendere necessaria l'embolizzazione delle arterie bronchiali.

Le occlusioni dei vasi sanguigni sono possibili complicanze del trapianto di fegato. L'angioplastica è il trattamento di scelta per la stenosi arteriosa epatica e per le stenosi venose sia epatiche sia portali.

L'angiografia cerebrale diagnostica è stata in gran parte sostituita da modalità di imaging come l'angiografia TC (angio-TC) e l'angiografia RM (angio-RM).

La diagnosi di alcune malattie tuttavia richiede la valutazione precisa di piccoli vasi e l'angiografia cerebrale eseguita mediante catetere spesso fornisce la risoluzione anatomica che, soprattutto nei bambini più piccoli, è necessaria per diagnosticare: 

  • Vasculiti; 
  • Shunt arterovenosi cerebrali e spinali; 
  • Aneurismi cerebrali; 
  • Malformazioni arterovenose.  
  • Inoltre, è ormai comune una varietà di interventi tra cui: 
  • Trattamento delle lesioni vascolari, come aneurismi, malformazioni arterovenose malformazioni durali; 
  • Embolizzazione preoperatoria dei tumori; 
  • Trattamento dell'ictus ischemico acuto.  

L'embolizzazione consiste nell'introduzione, attraverso i cateteri inseriti all'interno dei vasi sanguigni, di materiali in grado di occludere un vaso come ad esempio colle chirurgiche o spirali metalliche. 

La dilatazione aneurismatica dell’ampolla di Galeno (VGAM) è la patologia neurovascolare ad alto flusso più frequente in epoca neonatale che molto spesso viene diagnostica in epoca fetale (durante le consuete visite ginecologiche di controllo).

Il trattamento della VGAM avviene attraverso l’embolizzazione dei rami patologici, operata dal neuroradiologo interventista pediatrico. È una procedura di grande successo che è in grado di portare alla normalizzazione neurologica la maggioranza dei pazienti trattati. 

La scleroterapia percutanea delle malformazioni a basso flusso (venose e linfatiche) consiste nell'iniettare all'interno di una vena una sostanza che distrugge il vaso sanguigno. È considerata un trattamento di prima linea per alcune malformazioni e viene eseguita sotto guida fluoroscopica o ecografica. 

 

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  • A cura di: Paolo Tomà
    Unità Operativa Radiologia e Bioimaging
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 28  Luglio 2023 


 
 

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