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Gemelli: nascita gemellare

Possono essere di due tipi: gemelli monozigoti, identici fra loro, oppure gemelli dizigoti, cioè semplici fratelli nati durante lo stesso parto  

Oggi 8 nascite su 1000 sono gemellari (4 monozigoti e 4 dizigoti). In base alle modalità di fecondazione esistono diversi tipi di gemelli:

  • Gemelli identici (monozigoti): si formano da un solo ovocita fecondato da uno spermatozoo. L'ovocita ad un determinato momento si sdoppia formando due embrioni identici. In base ai tempi di separazione dell'ovocita, i gemelli condivideranno o meno la placenta. Sono detti identici perché condividono l'uguaglianza di caratteri somatici, di sesso e di patrimonio genetico;
  • Gemelli fraterni (dizigoti): si formano da due diverse cellule uovo fecondate da due spermatozoi. In questo caso i feti sono separati, ognuno con la propria placenta e sacco amniotico. I gemelli dizigoti hanno una similitudine che esiste anche tra fratelli non gemelli e perciò potranno anche appartenere a sesso diverso;
  • Gemelli Siamesi: classificati così in rapporto alla parte del corpo che li tiene uniti. Solitamente la fusione più frequente è quella del torace e dell'addome ma può vedere coinvolte altre parti del corpo come bacino e testa (meno frequente). Sono sempre dello stesso sesso, a dimostrazione della loro natura monoovulare, e uniti dalla stessa parte del corpo. Le cause di tale malformazione si riscontra nell'esposizione dell'embrione al freddo o a carenza di ossigeno durante le prime fasi di maturazione;
  • Gemelli semi–identici: si tratta di un tipo di gemelli scoperto nel 2007 in Arizona. Nascono da una cellula uovo fecondata da due spermatozoi.

La nascita gemellare può essere causata da diversi fattori quali:

  • Fattori ambientali: sono tutti quei fattori che non rientrano nella categoria della genetica. Le nascite gemellari sono di bassa prevalenza in Asia (soprattutto in Giappone, Hawaii e Taiwan); di media in tutti i paesi europei e di alta prevalenza in Nigeria, Seychelles, Zimbabwe, Jamaica, in alcuni villaggi di montagna norvegesi e in Cândido Godói un piccolo villaggio del Brasile, meglio conosciuto come la "città dei gemelli";
  • Fattori genetici: esiste una tendenza ereditaria alla nascita gemellare, ovvero se in una famiglia vi sono dei casi di nascite gemellari è molto probabile che ve ne siano degli altri. A tal proposito è stato realizzato uno studio in cui si è dimostrato che il tasso di incidenza di gravidanze gemellari è più alto nei figli di donne gemelle dizigoti rispetto alla popolazione generale;
  • Fattori materni: l'età media della madre al parto è variata negli ultimi 70 anni. Negli anni 1950, l'età media era vicina ai 28 anni, poi durante gli anni '70 è diminuita di 1,5-2 anni. Seguì un rapido aumento negli anni '80 e alla fine del 1990 l’età media superava i 29 anni. Le donne “anziane” tendono ad avere gemelli probabilmente più delle donne giovani. Il tasso più alto è tra i 35 e i 39 anni. Mentre sappiamo meno sui padri.
    L’European Perinatal Health Report Core indicators of the health and care of pregnant women and babies in Europe from 2015 to 2019” ci dice che rispetto alle gravidanze singole, le gravidanze multiple fra i quali i gemelli comportano rischi maggiori per le madri e i bambini di sviluppare complicazioni, come preeclampsia e diabete gestazionale, di partorire con taglio cesareo rispetto alle donne con gravidanze singole. Anche il parto pretermine è molto più frequente e il rischio di altri esiti perinatali e infantili negativi è più elevato.
    In relazione a quanto sopra, è ben stabilito nella letteratura che la prevalenza di disturbi del neurosviluppo è più alta nei gemelli. Il peso alla nascita e l'età gestazionale, entrambi di solito più bassi nei gemelli, sono considerati fattori di rischio.
    In tal senso il monitoraggio dei parti gemellari in Italia, in Europa e nel mondo consente di valutare il ruolo dei fattori genetici e di quelli ambientali ed è fondamentale nella ricerca epidemiologica.

Oltre alla curiosità comune, derivante dall'eccezionalità del fenomeno, esiste un interesse da parte della scienza che studia i gemelli per la comprensione delle malattie, di particolari comportamenti umani e dei processi psicologici.

È sempre più forte infatti, la convinzione che lo sviluppo del comportamento e delle malattie dipenda da ambiente e geni in particolare, da come questi si influenzano reciprocamente. Gli studi sui gemelli monozigoti, che condividono lo stesso patrimonio genetico, stanno permettendo di comprendere perché gemelli con identico patrimonio genetico possono avere traiettorie di sviluppo totalmente differenti.

Ad oggi sappiamo che molte alterazioni del neurosviluppo, ad esempio i disturbi della lettura, la schizofrenia o l'autismo, sono più frequenti nei gemelli monozigoti rispetto a quelli dizigoti: si tratta quindi di disturbi che hanno una importantissima componente genetica.

Gli studi infatti hanno evidenziato una possibile trasmissione genetica riguardano le malattie mentali come la schizofrenia, i disturbi dell'umore, l'anoressia nervosa, i disturbi da attacchi di panico, la sindrome di Briquet, l'alcolismo, la malattia di Alzheimer e la Corea di Huntington.

Le ipotesi genetiche sulla schizofrenia sono ben delineate in una serie di ricerche, a partire dagli anni 60, su coppie di gemelli monozigoti dove si è rilevata una concordanza di malattia oscillante fra il 50 e il 60% dei casi: essa si mantiene inalterata anche per i gemelli adottati.
In tema di depressione ricordiamo uno studio su 68 coppie di gemelle femmine.

L'analisi dei dati ottenuti su un così vasto campione e riguardanti sia l'eventuale storia della malattia sia fattori psicologico ambientali, quali caratteristiche dei genitori, perdite precoci, eventi della vita, difficoltà esistenziali, eventi stressanti, etc., ha consentito di evidenziare una componente genetica diretta responsabile per il 60%, associata per l'altro 40% a variabili ambientali più o meno negative.

Sicuramente un approccio basato sulla consapevolezza del ruolo giocato dall'interazione tra geni e ambiente permette alla famiglia e alla scuola di riconoscere le predisposizioni e il temperamento delle coppie di gemelli e di migliorare la risposta ai loro bisogni educativi e sociali.

In particolare i genitori di bambini gemelli potranno costruire stili educativi in base alla loro "specificità" e sostenerli nella loro l'individualità.
Nel frattempo è utile sapere che:

  • Separare i gemelli al momento dell'inserimento scolastico è una decisione che deve tener conto di tanti aspetti. Ad esempio, se la separazione provoca troppa sofferenza, è meglio assecondare i bisogni dei bambini di essere uniti;
  • È importante sostenere le loro inclinazioni, simili o diverse che siano: favorire l'individualità non significa necessariamente imporre esperienze diverse;
  • Creare comunque piccoli spazi autonomi a casa e fuori casa;
  • Fondamentale è riconoscere il legame intenso che unisce la coppia di gemelli, salvaguardarlo e sostenerlo.

 

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  • A cura di: Flavia Cirillo
    Unità Operativa di Pediatria Generale e Specialistica e DEA II Livello
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Ultimo Aggiornamento: 19  Gennaio 2024 


 
 

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