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Pterigio: trattamento chirurgico

Causa un grave astigmatismo irregolare di difficile correzione anche con gli occhiali. Inoltre, il rischio di recidive post-intervento è molto alto 

È una malattia della superficie dell'occhio caratterizzata dallo sviluppo di una membrana che prima modifica la congiuntiva e quindi invade la cornea, di solito dal lato del naso e, raramente, anche dal lato opposto.

La malattia colpisce solitamente tutti e due i lati, spesso con sviluppo asimmetrico e non prevedibile.

Se lo pterigio invade la cornea sino a raggiungere la porzione centrale collocata davanti alla pupilla determina una notevole riduzione della vista.

Se infiltra in modo significativo il tessuto della cornea induce un grave astigmatismo irregolare di difficile correzione con gli occhiali. 

La causa dello pterigio non è nota, probabilmente è favorito dalla esposizione prolungata al sole e da condizioni di irritazione cronica della superficie oculare.

Sembra che l'etnia (asiatica, africana, sudamericana) e il vivere nei primi 5 anni di vita in aree geografiche equatoriali rappresentino i più importanti fattori di rischio. 

L'intervento di asportazione dello pterigio viene eseguito in sala operatoria, in anestesia locale associata, se opportuno, a una sedazione e a terapia antidolore. In età pediatrica viene eseguito in anestesia generale.

L'intervento prevede l'asportazione dello pterigio dalla cornea e della membrana fibrovascolare sottocongiuntivale. Può essere necessario prelevare un lembo di congiuntiva sana dallo stesso occhio o dall'altro occhio e trapiantarlo nel punto da dove è stato rimosso lo pterigio.

La rimozione dello pterigio non può essere considerata definitiva: questa malattia può ripresentarsi in modo anche più grave dopo l'intervento.

Questa evenienza è tanto più probabile negli occhi già operati, negli pterigi doppi (che colpiscono entrambi i lati dell’occhio), negli pterigi carnosi (che non consentono la visualizzazione della sclera sottostante), e nei soggetti di etnia asiatica, africana, sudamericana.

A seconda dei casi e a giudizio del chirurgo, si possono utilizzare durante l’operazione sostanze che ostacolano la ricrescita dello pterigio (mitomicina C) o si può applicare sull'occhio tessuto da donatore (membrana amniotica) che poi si riassorbe spontaneamente entro circa una settimana.

Per completare l'intervento può essere necessario apporre punti di sutura o utilizzare una speciale colla biologica (colla di fibrina). 

Può essere necessario che l'occhio rimanga bendato per alcuni giorni dopo l'intervento.

Per alcuni giorni è possibile che l'occhio operato sia gonfio, arrossato, dolente e si avverta sensazione di corpo estraneo soprattutto se sono stati utilizzati punti di sutura.
I punti, se non cadono o non si riassorbono da soli, si asportano entro 3-4 settimane.

Se è stata impiantata la membrana amniotica, la vista può essere ridotta sino a quando la membrana non si riassorbe.

Le cure locali postoperatorie devono essere eseguite scrupolosamente e consistono nella somministrazione di colliri o pomate nei dosaggi e per il tempo prescritto dai medici. 

Non esistono cure con colliri o pomate o comunque medicinali capaci di eliminare uno pterigio o di impedirne la crescita.

In presenza di pterigio, l'applicazione di lenti a contatto è sconsigliata.
Il problema maggiore è, che se lo pterigio cresce fino a coprire la cornea davanti alla pupilla, riduce notevolmente la vista. 

La rimozione dello pterigio non riduce i sintomi irritativi e non migliora significativamente l'astigmatismo.

 

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  • A cura di: Luca Buzzonetti, Paola Valente
    Unità Operativa di Oculistica
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 12  Settembre 2023 


 
 

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