L’osteocondrite dissecante è un disturbo dell'apparato scheletrico che coinvolge le articolazioni e che può verificarsi dall'infanzia alla vita adulta.
Compare molto più frequentemente (circa il doppio) nei maschi di età compresa tra 10 e 20 anni con un'incidenza maggiore nei giovani atleti. L’osteocondrite dissecante si presenta bilateralmente nel 25% dei casi.
Il ginocchio, in particolare il condilo femorale mediale (una delle due protuberanze che si trovano sull'estremità inferiore del femore) è l'articolazione più colpita, mentre il gomito (capitello del radio), la caviglia (osso astragalo o talo), e la spalla (fossa glenoidea della scapola) sono colpiti dall’osteocondrite dissecante meno frequentemente.
È probabile che l’osteocondrite dissecante possa dipendere da cause traumatiche, infiammatorie, da un carente afflusso di sangue (ischemia) o da un’alterazione congenita, almeno in parte su base genetica. Più probabilmente questi fattori agiscono in combinazione.
L’effetto di sollecitazioni microtraumatiche ripetute, tipiche degli atleti, portano a una frammentazione di una parte di cartilagine e dell‘osso che ne è a contatto (osso subcondrale) con conseguente ridotto afflusso di sangue per cui le cellule del frammento osseo muoiono (osteonecrosi). Questo frammento osseo può separarsi parzialmente dalla cartilagine articolare sovrastante e rimanere nella posizione originale, sia pure in modo instabile, oppure può separarsi completamente e diventare così un corpo libero articolare, causando un’infiammazione della membrana sinoviale che ricopre l’articolazione e, di conseguenza, blocchi articolari.
Il primo sintomo dell’osteocondrite dissecante è il dolore, che può variare in base all'estensione e alla localizzazione. In seguito può manifestarsi limitazione del movimento articolare, con comparsa di blocchi articolari, episodi di gonfiore e raccolta di liquidi infiammatori all’interno dell’articolazione (idrarto). Con l'estendersi della lesione può essere presente rigidità articolare e instabilità.
L’articolazione più frequentemente colpita dall’osteocondrite dissecante è il ginocchio, la sede più comune è il condilo femorale mediale (85%), mentre le lesioni sul condilo laterale sono quelle che più spesso si associano a instabilità rotulea.
Si arriva alla diagnosi di osteocondrite dissecante sulla base della valutazione clinica e degli esami strumentali.
La radiografia può essere d’aiuto per mettere in evidenza le alterazioni dell’osso o la presenza di un frammento instabile o libero nell’articolazione. Tuttavia, la radiografia non è in grado di determinare la stabilità del frammento osseo né di valutare le dimensioni della lesione.
La risonanza magnetica (RM) è l’esame più affidabile in quanto altamente specifico e sensibile e indispensabile per una diagnosi certa di osteocondrite dissecante e per controllare gli effetti del trattamento di questi pazienti dopo la diagnosi. L’artro-risonanza magnetica - esame che si basa sull’utilizzo di un mezzo di contrasto iniettato in sede intra-articolare - può essere utile nei casi particolarmente complessi.
Il trattamento dell’osteocondrite dissecante dipende dall’età del paziente, dal tempo che è trascorso dalla comparsa dei sintomi, dalla gravità dei sintomi e dalla stabilità della lesione.
Nei bambini è abbastanza frequente che le lesioni stabili guariscano spontaneamente con l'immobilizzazione e il carico protetto, che devono essere mantenuti per un periodo di tempo più o meno lungo a seconda di quale articolazione è interessata. Tuttavia, a volte, il frammento si può staccare e diventare un corpo completamente isolato, che spesso richiede la rimozione per via artroscopica.
Se il frammento è instabile ma ancora si trova nella sua posizione originaria, l’ideale è la fissazione interna con viti bioriassorbibili (viti di materiale che si riassorbe spontaneamente). Se il frammento è grande e deve essere rimosso, è necessario procedere chirurgicamente.
Se non diagnosticate e adeguatamente gestite, possono presentarsi alterazioni osteoartritiche (alterazioni croniche delle articolazioni) a esordio precoce. Pertanto, il tempestivo riconoscimento e trattamento sono importanti per ottenere risultati favorevoli a lungo termine.
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