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Osteoblastoma

Rara neoplasia benigna dell'osso che compare più spesso nel secondo decennio di vita. Gli interventi di termoablazione o di chirurgia tradizionale sono risolutivi 

L'osteoblastoma è una rara neoplasia benigna del tessuto osseo, che può presentarsi durante l'età dello sviluppo: il 70% dei pazienti colpiti sono sotto i venti anni di età.

Come l'osteoma osteoide, che è una neoplasia simile all'osteoblastoma dal punto di vista istologico, si caratterizza per la presenza di cellule osteoblastiche che causano una diradazione localizzata del tessuto osseo (osteolisi). Gli osteoblasti sono le cellule responsabili della formazione della matrice ossea, vale a dire della componente non cellulare dell'osso. La matrice ossea è costituita da proteine e cristalli di sali di calcio, fosforo, fluoro e magnesio, responsabili della durezza e della flessibilità che caratterizzano l'osso.

L'osteoma osteoide e l'osteoblastoma si differenziano soprattutto per le dimensioni: l'osteoma osteoide ha un diametro inferiore ai 2 centimetri, l'osteoblastoma supera i 2 centimetri di diametro.
L'osteoblastoma si verifica tipicamente nella seconda decade di vita anche se può colpire tra i 5 e i 45 anni di età. Colpisce i maschi più delle femmine con un rapporto di 3/1.
Non si è mai osservato che un osteoblastoma si sia trasformato in un tumore maligno.

Le cause esatte dell'osteoblastoma sono sostanzialmente sconosciute.

La lesione si manifesta con dolore, che nell'osteoma osteoide caratteristicamente è più intenso durante le ore notturne e regredisce con la somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei come il Paracetamolo o l'Ibuprofene. Il dolore causato dall'osteoblastoma è invece continuo e risponde meno alla somministrazione di antinfiammatori.

Osteoma osteoide e osteoblastoma colpiscono prevalentemente le ossa lunghe degli arti e la colonna vertebrale. Quando colpiscono la colonna vertebrale (30% degli osteoblastomi e 10% degli osteomi osteoidi) la regione della colonna più colpita è quella lombare, che interessa l'80% delle localizzazioni vertebrali. In questi casi la neoplasia si può manifestare con la comparsa di una deviazione laterale della colonna, la scoliosi.
La scoliosi causata dall'osteoblastoma è di origine antalgica, ovvero legata alla contrattura asimmetrica dei muscoli che si connettono alla colonna vertebrale, causata dal dolore e dalla infiammazione dei tessuti che accompagna la lesione.

La presenza del dolore, caratteristicamente piuttosto intenso e continuo, differenzia questa scoliosi dalla scoliosi idiopatica dell'adolescenza, che è generalmente del tutto asintomatica o accompagnata da occasionale dolore da sovraccarico di breve durata.
Se la lesione si localizza a livello della colonna cervicale (sede meno frequente), il paziente può presentare un torcicollo antalgico che è causato dallo stesso meccanismo della scoliosi antalgica.

Il sospetto diagnostico di osteoma osteoide viene dalla raccolta della storia clinica e da una visita accurata. Per confermare il sospetto diagnostico può rendersi necessaria:

  • Una radiografia standard;
  • Una tomografia computerizzata (TC) che consente di ottenere immagini dettagliate delle ossa e di tutti i tessuti e organi circostanti;
  • Una risonanza magnetica (RM) che permette di ottenere immagini molto dettagliate di tutti gli organi e tessuti del corpo;
  • Una scintigrafia ossea. Si ottiene iniettando farmaci marcati con isotopi radioattivi che si depositano nelle ossa e possono permettere di svelare, ad esempio, il grado di attività degli osteoblasti.

Le lesioni di piccole dimensioni possono essere trattate per via mini-invasiva, con appositi aghi che, inseriti in anestesia sotto guida della tomografia computerizzata, eliminano selettivamente le cellule alterate con alte temperature (termoablazione).

Nel caso di lesioni di maggiore dimensione, o dove la localizzazione non consenta l'uso della termoablazione per il rischio di danneggiare tessuti delicati circostanti (come nelle localizzazioni vertebrali vicine alle radici spinali), la neoplasia viene asportata con un intervento chirurgico.
Nel corso dell'intervento chirurgico viene sempre eseguita una biopsia, cioè il prelievo di un campione della lesione che viene sottoposto ad esame al microscopio (istologico) per confermare la natura della neoplasia.
La termoablazione o l'asportazione della lesione elimina la neoplasia, ma l'osteoblastoma e l'osteoma osteoide possono a volte recidivare nella stessa localizzazione, costringendo a ripetere il trattamento.

La scoliosi antalgica che accompagna le localizzazioni vertebrali tende a regredire dopo l'eliminazione della neoplasia: tuttavia in alcuni casi, soprattutto se la scoliosi perdura da lungo tempo, la deviazione della colonna vertebrale può strutturarsi e permanere, e potrebbe essere necessario un opportuno trattamento.

 

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  • A cura di: Osvaldo Mazza
    Unità Operativa di Chirurgia della Colonna
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 11 gennaio 2021


 
 

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