Nei bambini, la malattia COVID-19 causata dal nuovo Coronavirus dura, di solito, poco tempo. Questo è quanto emerge dalla letteratura scientifica internazionale grazie ai dati raccolti in tutto il mondo.
Ciò può dipendere dal fatto che in molti bambini l'infezione non provoca sintomi (è asintomatica) e, quando provoca la malattia, i sintomi sono di solito lievi o moderati come, ad esempio, raffreddore, tosse e un po' di febbre.
I bambini, come gli adulti, che presentano sintomi più lievi di COVID-19 sono detti paucisintomatici.
Se presenti, i sintomi tendono a limitarsi nel giro di una o due settimane, ma in media la durata della malattia è di solito di quattro o cinque giorni. Tuttavia, molto spesso i sintomi vengono sottostimati e ciò porta a ritardi nella diagnosi.
In altre parole, più che concentrarsi sulla durata della malattia, è importante saperla riconoscere ed evitare di confondere COVID-19 con altre malattie (ad esempio infezioni batteriche delle vie respiratorie) che in alcuni casi potrebbero richiedere un trattamento specifico.
Sicuramente, i bambini potranno andare incontro a episodi di febbre e di tosse: sarà difficile dire subito se si tratta di COVID-19 o di qualche altra infezione legata alla stagione, come nel caso dell'influenza stagionale o di altre virosi ben note.
L'importante è che i genitori sentano il pediatra che identificherà i sintomi e, a seconda della loro caratteristiche, potrà far eseguire i test necessari, in particolare il tampone naso-faringeo. Se al bambino verrà diagnosticata la malattia COVID-19, si cercherà di ricostruire la data dell'inizio dei sintomi.
Una volta visitato il bambino ed eseguito il tampone, il medico sarà in grado di capire se è necessario un ricovero oppure se il bambino potrà essere seguito a domicilio.
La durata della malattia dipende dalla durata dei sintomi. In genere è più breve nei bambini rispetto agli adulti. D'altra parte, è molto difficile stabilire il tempo necessario perché il virus sia eliminato dall'organismo.
Quindi, nei bambini la guarigione clinica è molto rapida, salvo rari casi (sindrome iper-infiammatoria). Ma c'è bisogno di più tempo per liberarsi dal virus (escrezione virale).
Ciò è e continuerà ad essere motivo di studio: è importante capire come il virus reagisce con il nostro sistema immunitario, cioè come il nostro sistema immunitario è in grado di difenderci dal virus.
Infatti, il sistema immunitario si sviluppa come tutti gli altri organi e funzioni del corpo: il sistema immunitario dei bambini piccoli è diverso dal sistema immunitario dei bambini più grandi e degli adulti.
In alcuni bambini il virus innesca una risposta immunitaria molto rapida, forse favorita dai vaccini a cui sono sottoposti, che gli permette di eliminare il virus velocemente.
In altri bambini, invece, il sistema immunitario non è in grado di riconoscere in modo così rapido ed efficace il virus, che tende quindi a persistere nell'organismo per più tempo.
I sintomi più comuni sono la febbre, che di solito è il primo sintomo che spinge i genitori a portare il bambino dal Pediatra o in pronto soccorso, la tosse e il raffreddore.
Sintomi da non sottovalutare e che si presentano con grande frequenza sono i dolori addominali, che possono precedere episodi di infiammazione del tratto gastrointestinale, spesso piuttosto importanti.
Nei bambini, sintomi quali anosmia, cioè la difficoltà nel percepire gli odori, e mal di testa sono molto più rari rispetto agli altri sintomi, anche perché solo i più grandi sono in grado di descriverli. Infatti, si osservano soprattutto nell'adulto.
Non è tanto importante la ricaduta della malattia quanto la comparsa di sintomi che possono manifestarsi anche a distanza di tempo. Questi sintomi sono stati osservati in alcuni bambini che, a distanza di 2-3 settimane dalla completa negativizzazione del tampone, sviluppavano la sindrome iper-infiammatoria multi organo.
In questi casi, molto rari, i sintomi sono molto più importanti e consistono in febbre persistente, malessere generale e nell'aggravarsi di sintomi inizialmente lievi, come tosse e dolori addominali oppure eruzione cutanea.
Quindi i bambini che abbiano già avuto la malattia COVID-19 e che presentano nuovamente sintomi sospetti (febbre alta, dolori addominali, dolori articolari, eruzione cutanea), devono essere portati rapidamente in ospedale, dove verranno condotte le indagini di laboratorio per ricercare nel sangue i marcatori di una eventuale iper-infiammazione.
Riconoscendo i sintomi e arrivando velocemente in ospedale, sarà possibile intervenire in maniera tempestiva e curare questi bambini che nella maggior parte dei casi guariscono senza problemi con l'impiego di farmaci che spengono rapidamente l'infiammazione.
Si utilizzano con successo il cortisone ed altri farmaci che vanno a bloccare in maniera specifica alcune molecole dell'infiammazione come per esempio l'interleuchina-1 (i cosiddetti farmaci biologici).
Sfoglia online lo speciale di 'A scuola di salute' dedicato al Nuovo Coronavirus:
ATTENZIONE
Se tu o i tuoi conviventi avete sintomi del COVID-19, resta in casa e chiama subito il tuo pediatra di libera scelta o il tuo medico di medicina generale. Altrimenti, chiama uno dei numeri di emergenza regionali indicati sul sito del Ministero della Salute.
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