La diffusione globale del nuovo Coronavirus SARS-COV-2 costituisce una sfida nuova per la medicina.
Si conosce ancora molto poco del virus, ma è urgente la necessità di farmaci che possano contrastare una malattia pericolosa, caratterizzata da una polmonite grave e associata ad una reazione infiammatoria incontrollata.
Ad oggi non esistono cure specifiche con evidenza di efficacia, ma solo terapie di supporto basate su farmaci antipiretici per il controllo della febbre, farmaci come l'eparina, per la prevenzione della trombosi, e nei casi più gravi terapia con ossigeno e ventilazione meccanica in terapia intensiva.
Solitamente lo sviluppo di nuovi farmaci segue un processo lungo molti anni.
Ma la pandemia attuale richiede la possibilità di avere risposte più rapide, tra cui quelle fornite dal "riposizionamento" di farmaci già conosciuti e caratterizzati per altre malattie.
Le terapie oggi in sperimentazione si dividono in terapie antivirali, dirette contro componenti del virus, e terapie anti-infiammatorie, dirette contro componenti della reazione infiammatoria causata dall'infezione.
I Farmaci antivirali in sperimentazione sono:
- Remdesivir: in sperimentazione in 12 centri italiani, questo farmaco è stato sviluppato contro Ebola e attivo verso MERS e SARS, altri Coronavirus;
- Lopinavir/Ritonavir: si tratta di un farmaco usato contro l'HIV che, a fine marzo, ha ricevuto il via libera alla sperimentazione dall'AIFA. Recentemente è apparso non efficace in uno studio controllato;
- Favipirapir: è un farmaco arrivato agli onori delle cronache nazionali dopo un video molto diffuso sul web. Sviluppato e approvato in Giappone contro l'influenza, l'AIFA ha di recente dato il via a un programma di sperimentazione;
- Ivermectin: si tratta di un antiparassitario, sviluppato contro la strongiloidosi, malattia parassitaria tropicale e efficace anche contro la pediculosi e la scabbia. Viene utilizzato anche per il trattamento delle infezioni da virus Dengue e Zika;
- Azitromicina: un "vecchio"antibiotico che potrebbe rivelarsi utile nella lotta all'infezione da nuovo Coronavirus;
- Clorochina e idrossi-clorochina: sono antimalarici usati anche in reumatologia, attualmente in studio in tutto il mondo poiché potenzialmente efficaci anche contro il virus del COVID-19.
Inoltre, è in fase di studio l'utilizzo di immunoglobuline ottenute dal sangue di donatori convalescenti o guariti che hanno una gran quantità di anticorpi diretti contro il SARS-Cov2.
Altri farmaci anti-infiammatori in sperimentazione sono quelli già utilizzati per l'artrite reumatoide, e altre malattie reumatiche come Tocilizumab, Sarilumab, Siltuximab, Baraticinib.
Inoltre, l'Emoperfusione è un'altra terapia in studio, che ha lo scopo di privare il sangue di molecole dell'infiammazione che potrebbero aggravare i danni polmonari.
Clorochina, idrossiclorochina e azitromicina presentano anche un'azione anti-infiammatoria che ha fatto ipotizzare il loro utilizzo nella terapia della COVID-19.
Tuttavia, l'Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha recentemente chiarito che sia la clorochina che l'idrossiclorochina non hanno ancora dimostrato, negli studi in corso, una reale efficacia nel trattamento del COVID-19 a fronte di effetti indesiderati gravi, soprattutto a dosi elevate o in associazione ad altri farmaci.
Nonostante la gravità della malattia giustifichi l'impiego immediato di terapie innovative, soltanto la conclusione di studi con i consueti criteri di qualità, quali la presenza di adeguati gruppi di controllo, potrà definire la migliore terapia contro COVID-19.
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