Dagli anni '70 dello scorso secolo, lo psicologo James Reason dell'Università di Manchester si è occupato di un argomento a quei tempi piuttosto eccentrico per uno studioso: l'errore umano.
Solo nei decenni successivi l'errore sarebbe diventato un argomento tra i più analizzati non solo dai ricercatori ma anche dall'industria e dai sistemi sanitari.
Perché si verificano gli errori? Cosa possiamo fare per prevenirli? Nel 1990, Reason elaborò e pubblicò il suo "modello del formaggio svizzero", da allora in poi un riferimento obbligato per chi si occupa di sicurezza.
Se vogliamo evitare un pericolo, una disgrazia, un virus – come accade oggi con l'epidemia di SARS-CoV-2 – non possiamo mai fidarci di una sola barriera: ne dobbiamo mettere in campo il più possibile perché sappiamo per esperienza che nessuna barriera è impenetrabile.
Tutte le barriere hanno punti deboli, "buchi" – proprio come il formaggio svizzero – e quando permettiamo a questi "buchi" di allinearsi, il virus può superare le barriere e raggiungerci. Ecco come si verifica un contagio.
Non a caso il virologo australiano Ian M. Mackay, in una sua recente pubblicazione, ha utilizzato il modello del formaggio svizzero per spiegare che nessuna barriera, da sola, è in grado di impedire il contagio.
Alcune barriere sono affidate a noi in prima persona: distanziamento sociale, utilizzo delle mascherine, igiene delle mani. Sono tutte barriere affidate alla nostra responsabilità personale e che proteggono non soltanto noi stessi ma, con noi, tutta quanta la comunità.
Altre barriere sono necessariamente affidate alla comunità: veloce ed efficace tracciamento dei contatti, esecuzione dei tamponi, ventilazione e filtrazione adeguata dell'aria negli ambienti pubblici, vaccini…
Se queste barriere non funzionano tutte quante, il contagio aumenta e il virus si diffonde. Come afferma Ian Mackay: "Dobbiamo combattere le false speranze e mettere da parte i pii desideri.
Dobbiamo prendere atto della realtà delle cose - per quanto dura possa essere – metter fine alla disinformazione e portare in primo piano i fatti." Il modello del "formaggio svizzero", insomma, ci può aiutare.
All'interno di questo modello, un ruolo importante è ricoperto dai comportamenti che ognuno di noi può mettere in campo per evitare la diffusione del virus.
La prima responsabilità, per rallentare la diffusione della malattia COVID-19, è sempre personale ed è bene ricordare alcune indicazioni utili per evitare il contagio.
- Lavarsi spesso le mani (per almeno 20 secondi con acqua e sapone);
- Evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani non lavate;
- Evitare contatti ravvicinati (distanza inferiore ad 1 metro) con persone malate;
- Stare a casa se compaiono sintomi e chiamare il proprio medico;
- Evitare il contatto ravvicinato con familiari non conviventi (soprattutto se bambini);
- Coprire la bocca e il naso con un fazzoletto quando si tossisce o starnutisce, quindi gettare il fazzoletto nella spazzatura e lavarsi le mani oppure starnutire nella piega del gomito.
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ATTENZIONE
Se tu o i tuoi conviventi avete sintomi del COVID-19, resta in casa e chiama subito il tuo pediatra di libera scelta o il tuo medico di medicina generale. Altrimenti, chiama uno dei numeri di emergenza regionali indicati sul sito del Ministero della Salute.
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