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Nuovo Coronavirus e diabete: come comportarsi

Tutto quello che c'è da sapere per la gestione dei bambini e dei ragazzi con diabete durante l'infezione da nuovo Coronavirus 

Un paziente, soprattutto se giovane, con diabete ben controllato e senza complicanze, non sembra presentare un rischio maggiore di infezione da SARS-CoV-2 (COVID-19) rispetto alla popolazione generale.

Quando i soggetti con diabete vengono definiti “categoria a rischio“, si fa riferimento a un diabete in cui sono presenti le complicanze a esso connesse e/o altre malattie concomitanti, condizione che interessa prevalentemente gli adulti e gli anziani.

Dopo questi anni di pandemia cosa sappiamo dei rapporti tra Covid-19 e diabete mellito di tipo 1 (DM1)?

Sappiamo che, soprattutto durante la prima fase della pandemia, il numero di esordi di diabete mellito di tipo 1, rispetto agli anni precedenti al 2020, sono aumentati.

Possiamo riferirci ad almeno tre studi, pubblicati nel 2022, condotti su un numero elevato di soggetti, negli Stati Uniti e altri 14 Paesi, in Norvegia e in Germania, che confermano, con percentuali diverse, questo dato.

A tutt’oggi non sappiamo se tale aumento è dovuto a un’azione distruttiva diretta del virus sulle β cellule pancreatiche (cellule che producono l’insulina) o se è dovuto alla sua intensa attività infiammatoria che, al pari di altri virus, ma evidentemente con una maggiore aggressività, accelera la comparsa di un diabete già in cammino.

La seconda evidenza che abbiamo è che nello stesso periodo è aumentato il numero di soggetti che all’esordio del diabete mellito di tipo 1 hanno presentato una chetoacidosi, ossia una forma di scompenso metabolico molto grave, che può mettere a rischio la vita.

Questo dato può essere verosimilmente spiegato con il rimandare da parte delle famiglie l’accesso in ospedale per timore di contrarre in quell’ambiente il virus, oppure per una maggiore difficoltà dei genitori a riconoscere i sintomi che accompagnano l’esordio del diabete mellito di tipo 1, perché focalizzati e preoccupati dal COVID-19.

Vale la pena ricordare che se un bambino ha tanta sete, fa tanta pipì, sta dimagrendo molto, pur alimentandosi regolarmente o si sente spesso stanco è necessario parlarne subito con il pediatra perché potrebbe avere il diabete e ritardare la diagnosi lo espone a rischi molto gravi.

Per i bambini e gli adolescenti con diabete mellito tipo 1 valgono quindi le stesse regole di prevenzione della popolazione generale:

  • Lavare spesso le mani con acqua e sapone per 20 secondi o disinfettarle con un detergente a base di alcool;
  • Non toccarsi naso, occhi e bocca con le mani;
  • Evitare contatti ravvicinati (mantenere almeno 1 metro di distanza) e le strette di mano;
  • Starnutire e tossire coprendo naso e bocca con un fazzoletto monouso o nell'incavo del gomito;
  • Disinfettare le superfici frequentemente; 
  • Arieggiare gli ambienti;
  • In caso di sintomi respiratori influenzali non portare il bambino al Pronto Soccorso, ma informare il pediatra di famiglia.

In tema di igiene è raccomandato, oltre al lavaggio delle mani, gettare nei rifiuti il sacchetto utilizzato per portare gli alimenti in casa e di lavare subito accuratamente frutta e verdura prima di riporla in frigo.

Sulla corretta gestione degli alimenti altre utili informazioni arrivano dall'Istituto Superiore di Sanità, che ha realizzato un poster in cui fornisce ai cittadini indicazioni su come manipolare gli alimenti, come lavarli e quali misure igieniche devono essere rispettate da chiunque manipoli il cibo.

Per quanto riguarda la gestione del diabete, valgono le stesse regole date per la gestione di una malattia intercorrente, che riassumiamo brevemente:

  • Mai interrompere l'insulina;
  • Assicurare l'idratazione;
  • Monitorare più frequentemente le glicemie;
  • Controllare i chetoni nel sangue o nelle urine con le apposite strisce reattive;
  • Adeguare la dose insulinica in base ai valori della glicemia e dei chetoni utilizzando le indicazioni date dal proprio diabetologo;
  • Per abbassare la febbre utilizzare gli antipiretici.

Chiamare il diabetologo per il rischio di uno scompenso metabolico importante (chetoacidosi) se:

  • Le glicemie sono persistentemente alte, nonostante l'adeguamento della terapia insulinica;
  • L'aumento di chetoni nel sangue o nelle urine non si riduce;
  • L'alito è fruttato;
  • La respirazione è difficoltosa;
  • Il bisogno di urinare è frequente;
  • La sete è intensa;
  • La stanchezza è estrema.

Per quanto riguarda invece specificamente la gestione dell’infezione da SARS-CoV-2 (COVID-19), è opportuno fare riferimento al pediatra curante, che darà le indicazioni più appropriate in relazione all’evoluzione della malattia.

In coincidenza di un infezione da SARS-CoV-2 (Covid 19), come nella maggior parte delle malattie intercorrenti, si avrà un aumento dei valori glicemici, legato a una maggiore insulinoresistenza connessa allo stato infiammatorio, questo renderà necessario un aggiustamento delle dosi insuliniche.

L'Unità Operativa di Diabetologia dell'Ospedale Bambino Gesù ha seguito durante la prima fase della pandemia circa 500 pazienti in telemonitoraggio con una intensificazione dei contatti con i pazienti e le loro famiglie e la possibilità di intervenire con indicazioni comportamentali, alimentari e aggiustamenti terapeutici routinariamente.

Il Centro segue, attraverso specifiche piattaforme informatiche, il monitoraggio della glicemia della maggior parte dei suoi pazienti, monitoraggio reso possibile dall'utilizzo di dispositivi altamente tecnologici (sensori del glucosio con trasmettitore esterno, microinfusori).

L'alimentazione, altro cardine della terapia, deve mantenersi varia ed equilibrata.
In particolare, consigliamo di prediligere carboidrati integrali, evitare gli zuccheri aggiunti, come fonti proteiche scegliere carne bianca, pesce e legumi, dare ampio spazio a frutta e verdura consumando prodotti di stagione, per fare il pieno di vitamine e minerali come zinco e selenio.

Non sono necessarie le supplementazioni di Vitamina C se nella dieta sono presenti frutta e verdura, né supplementazione di Vitamina D se non indicata dal pediatra.

Il periodo di lockdown è stato caratterizzato dal punto di vista psicologico, da preoccupazione, irritabilità, sintomatologia ansiosa, tanto negli adulti quanto nei bambini e ragazzi.

È possibile che lo sviluppo di un’infezione da SARS-CoV-2 (COVID-19) in soggetti con diabete mellito di tipo 1, sui quali c'è già un'attenzione particolare ai temi della salute e dell'integrità fisica, possa generare di nuovo preoccupazione intensa o una sintomatologia ansiosa vera e propria.

È importante parlare delle preoccupazioni a casa e fare in modo che i più piccoli esprimano i propri timori. Inoltre è bene selezionare le informazioni da condividere con i più piccoli, senza nasconderle, ma rendendole per loro comprensibili in base all'età.

È altrettanto importante parlare sempre con il proprio pediatra senza accedere a informazioni o accogliere suggerimenti da fonti non verificate.

È importante ricordare che i nuovi casi di Diabete mellito tipo 1 ci sono sempre, anche durante la pandemia.
Il rischio è che, preoccupati da altri sintomi, non si faccia attenzione se un bambino ha tanta sete, fa tanta pipì, stia dimagrendo molto o si senta spesso stanco.

Se un bambino presenta questi sintomi, non aspettate: parlatene subito con il pediatra perché potrebbe avere il diabete e ritardare la diagnosi lo espone a rischi molto gravi.

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Nuovo Coronavirus e diabete: come comportarsi

 

ATTENZIONE
Se tu o i tuoi conviventi avete sintomi del COVID-19, resta in casa e chiama subito il tuo pediatra di libera scelta o il tuo medico di medicina generale. Altrimenti, chiama uno dei numeri di emergenza regionali indicati sul sito del Ministero della Salute.

 

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  • A cura di: Ippolita Patrizia Patera
    Unità Operativa di Diabetologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 01  Marzo 2023 


 
 

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