Il Centro Sindrome di Down dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con l'Associazione Italiana Sindrome di Down (AIPD) ha creato materiale informativo sull'infezione da COVID-19 nei bambini con Sindrome di Down.
La Società Internazionale sulla Sindrome di Down - Trisomy 21 Research Society ha condotto una indagine a livello internazionale allo scopo di valutare l'impatto del COVID-19 sulle persone con Sindrome di Down. A questa indagine, lanciata a Marzo 2020 e ancora in corso, partecipano 7 Paesi, tra cui l'Italia.
Fino ad oggi sono state coinvolte 801 persone (di cui 422 ospedalizzate). I dati di questa ricerca sono stati poi confrontati con quelli di un sondaggio inglese su pazienti senza Sindrome di Down ricoverati per COVID-19 al fine di confrontare il rischio di mortalità e l'eventuale presenza di segni e sintomi specifici.
Sono ora disponibili gli ultimi risultati del sondaggio "COVID-19 e Sindrome di Down" della Trisomy 21 Research Society.
Cosa di importante è venuto fuori da queste ricerche:
- Nelle persone con Sindrome di Down, i sintomi più frequenti del COVID-19 sono gli stessi che si ritrovano nella popolazione generale: febbre, tosse e difficoltà respiratoria;
- Alcuni sintomi come l'alterazione dello stato di coscienza e la confusione sono riportati più frequentemente nelle persone con Sindrome di Down;
- Altri sintomi come dolori articolari o muscolari, nausea e vomito sembrano essere meno frequenti. Ma c'è da dire che questi sintomi possono essere più difficili da riconoscere nelle persone con Sindrome di Down perché sono disturbi che devono essere auto-riferiti;
- Nelle persone con Sindrome di Down le complicanze più frequenti, rispetto alla popolazione generale, sono quelle a carico dei polmoni come la polmonite virale e batterica e la sindrome respiratoria acuta. Per quanto riguarda, invece, la frequenza delle complicanze a carico del cuore, del rene e l'anemia, la frequenza è simile a quella dei pazienti senza Sindrome di Down;
- Per le persone con Sindrome di Down, il rischio di morte aumenta dopo l'età di 40 anni. Ad esempio, i pazienti con Sindrome di Down di 40 anni e oltre hanno un rischio di morte simile a quello dei pazienti senza Sindrome di Down di 80 anni e più.
Le raccomandazioni rimangono quindi le stesse:
- Prevenire la diffusione del contagio:
- Con un distanziamento di almeno un metro;
- Indossando sempre una mascherina sulla bocca e sul naso;
- Lavandosi spesso e bene le mani;
- Con l'etichetta respiratoria (starnutire nella piega del gomito),
- Con l'adeguata ventilazione dei locali chiusi;
- Prestare particolare attenzione alle persone che hanno 40 anni o più o che soffrono di malattie associate;
- Sono fortemente raccomandate le vaccinazioni antinfluenzale e anti-pneumococcica.
I vaccini per COVID-19 sono stati sperimentati su decine di migliaia di volontari. La maggior parte degli effetti collaterali delle vaccinazioni si verificano nelle prime ore o nelle prime settimane dopo la somministrazione: i dati di sicurezza a breve termine appaiono molto rassicuranti.
In effetti non sono stati condotti trial clinici sulle persone con Sindrome di Down ma, come accade con tutti gli altri vaccini, non abbiamo alcuna ragione per ritenere che il vaccino per il COVID-19 possa risultare meno efficace o più pericoloso per le persone con Sindrome di Down.
Inoltre non c'è dubbio che le persone con Sindrome di Down di età uguale o superiore a 40 anni e i bambini con malattie associate sono da considerare categorie a rischio: per loro la vaccinazione dovrà essere una priorità come per altri gruppi a rischio come gli anziani e le persone con malattie croniche polmonari.
Il vaccino Pfizer-BioNTech viene somministrato con un'iniezione nel braccio, come altri vaccini. L'iniezione non sarà diversa da quelle che il vostro bambino ha ricevuto in precedenza.
Decine di migliaia di persone hanno già ricevuto i vaccini e nessuno di loro ha riportato effetti collaterali gravi. Alcuni di loro hanno riscontrato un lieve malessere di breve durata oppure dolore nel sito dell'iniezione e sintomi simil-influenzali che durano meno di un giorno.
Anche se queste esperienze non sono piacevoli, sono un buon segno: vengono dall'incontro del sistema immunitario con il vaccino e testimoniano una risposta potente, necessaria per un'immunità duratura.
La vita tornerà alla normalità solo quando la società nel suo complesso sarà vaccinata e otterrà una protezione sufficiente contro il Coronavirus.
Un numero crescente di vaccini contro il Coronavirus sta mostrando una solida protezione contro il rischio di ammalarsi. Ma è anche possibile che le persone diffondano il virus senza nemmeno sapere di essere infette perché presentano solo sintomi lievi o non ne presentano affatto (asintomatici).
Sappiamo che i vaccini offrono una protezione dalla malattia maggiore del 90%. Ma gli scienziati non sanno ancora se i vaccini bloccano anche la trasmissione del Coronavirus.
Quindi, per il momento, anche le persone vaccinate dovranno indossare la mascherina ed osservare gli accorgimenti di protezione individuale e distanziamento sociale.
Una volta che un numero sufficiente di persone sarà stato vaccinato, diventerà molto difficile per il Coronavirus trovare persone vulnerabili da infettare.
Quando riusciremo a vaccinare il 70% circa della popolazione – in Italia, all'incirca 40 milioni di persone - la vita potrà cominciare ad avvicinarsi alla nostra vita di "prima", ad una vita normale.
Speriamo di poterci arrivare entro l'autunno del 2021, anche se al momento è difficile fare previsioni.
Sì, ma non per sempre. I vaccini proteggono chiaramente le persone dal rischio di ammalarsi di COVID-19.
Ma gli studi clinici non sono stati condotti per determinare se le persone vaccinate possono ancora diffondere il Coronavirus.
Nel frattempo, anche le persone vaccinate dovranno indossare la mascherina e considerarsi come possibili vettori del virus.
Gli incontri all'aperto riducono il rischio perché il vento disperde le goccioline virali e la luce del sole può uccidere una parte dei virus. Gli spazi aperti impediscono al virus di accumularsi e di essere inalato, cosa che può accadere quando le persone infette respirano in uno spazio ristretto per lunghi periodi di tempo.
Considerate attentamente le raccomandazioni che vi sono state fornite dalla scuola, dal Ministero della Salute e dal Ministero della Pubblica Istruzione nonché l'Ordinanza n° 134 del 9 Ottobre 2020.
Vi raccomandiamo di parlare con il pediatra o con il medico di base del vostro bambino per vedere se ci sono condizioni mediche che richiedono ulteriore cautela. Queste comprendono, ma non sono limitate a obesità, diabete e malattie croniche polmonari e cardiache.
È bello e importante poter tornare ad incontrare i propri cari ma dobbiamo imparare a farlo in sicurezza, soprattutto se sono anziani. Questo perché gli anziani sono tra le persone più vulnerabili e i giovani sono tra i più probabili portatori asintomatici del virus.
Ecco alcune raccomandazioni da seguire:
- Se il tuo bambino ha sintomi (anche lievi) che potrebbero derivare dalla malattia COVID-19 (febbre, tosse, difficoltà respiratoria) non farlo uscire di casa e non ospitare nessuno;
- Lava sempre e molto bene le mani a tuo figlio quando torna a casa;
- Fa in modo che indossi sempre una mascherina per coprire naso e bocca;
- Anche se ne ha tanta voglia, non lasciare che tuo figlio abbracci gli amici e i parenti che incontra;
- Fa in modo che il tuo bambino mantenga una distanza di sicurezza (almeno 1 metro) quando incontra delle persone, compresi amici e parenti;
- È preferibile incontrarsi all'aperto piuttosto che in casa o in altri luoghi chiusi.
La mascherina è indispensabile per prevenire la diffusione della malattia COVID-19. Ma far indossare le mascherine ai bambini spesso si può rivelare una sfida insidiosa.
Ecco quindi alcuni consigli per rendere le nuove regole un po' più semplici da mettere in pratica:
- Assicurati che tuo figlio indossi una mascherina della misura giusta per coprire naso e bocca;
- Fai sì che il tuo bambino si alleni più volte al giorno a portare la mascherina, aumentando gradualmente l'arco di tempo in cui la indossa;
- Rendilo divertente: coinvolgi i tuoi cari nella realizzazione della loro mascherina. Possono scegliere il loro tessuto o il loro colore preferito. Possono utilizzare stampe colorate, supereroi e perfino personaggi dei film. Attenzione, però, le mascherine "fatte in casa" devono essere confezionate seguendo alcune semplici regole, se vogliamo che funzionino!
Le mascherine non sono obbligatorie per i bambini al di sotto dei 6 anni e per i bambini con forme di disabilità non compatibili con l'uso continuativo della mascherina.
Alcuni bambini potrebbero non essere in grado di indossare una mascherina.
In questi casi, gli schermi per il viso possono essere considerati un'alternativa alle mascherine, ma non forniscono una protezione equivalente a quella delle mascherine né per proteggersi né per impedire la trasmissione del virus ad altri.
Se si decide di utilizzare una visiera, questa dovrebbe coprire l'intero viso, avvolgere i lati del viso ed estendersi fino al di sotto del mento.
Uno dei modi migliori per tenere i bambini al sicuro dal COVID-19 consiste nell'incoraggiarli a lavarsi regolarmente le mani. Esistono risorse, canzoni, animazioni e altro per imparare divertendosi.
Potete inoltre mostrare loro come tossire o starnutire correttamente utilizzando la piega del gomito, spiegare che è meglio non stare vicino a persone con sintomi come la tosse, e chiedere loro di essere avvisati immediatamente nel caso in cui sentano di avere febbre, tosse o difficoltà a respirare (Per saperne di più: misure di prevenzione).
Potete aiutare i bambini ad affrontare lo stress creando loro occasioni di gioco e relax.
Mantenete per quanto possibile routine e scadenze regolari, specialmente prima che vadano a letto, o createne di nuove in un nuovo ambiente.
Se vostro figlio non si sente bene, spiegategli che è meglio che resti a casa o in ospedale perché è più sicuro per sé stesso e per i suoi amici.
Se il vostro bambino con Sindrome di Down ha sintomi che potrebbero dipendere dal COVID-19, contattate il medico curante per discutere se eseguire il test. Alcuni di questi test potrebbero comportare un tampone nasale, mentre altri potrebbero consistere in esami del sangue.
Una buona igiene delle mani, l'utilizzo della mascherina e il mantenimento della distanza sociale sono tutte misure importanti ed efficaci per ridurre il rischio di ammalarsi di COVID-19.
Assicuratevi che il vostro bambino con Sindrome di Down riceva il vaccino antinfluenzale.
È molto probabile che la stagione influenzale e la prossima ondata di COVID-19 raggiungano il loro picco nello stesso momento e che entrambi i virus, se presi contemporaneamente, possano dare sintomi particolarmente gravi.
Fornite informazioni concrete in modo calmo, rassicurante e adeguato all'età.
I bambini hanno diritto a essere informati su ciò che avviene nel mondo e gli adulti hanno al tempo stesso la responsabilità di preservarli dall'inquietudine.
Occorre dunque usare un linguaggio appropriato per l'età, osservarne le reazioni, essere sensibili al loro livello di ansia.
Sarete in grado di aiutare meglio i vostri figli se voi stessi affronterete al meglio la crisi. Il più delle volte, i bambini non reagiscono alla notizia, reagiscono alla reazione del genitore!
È importante non dimenticarlo mai. Per questo è importante che il genitore sia sempre con il bambino quando guarda un notiziario e commenti subito con lui le notizie.
Li aiuterà dunque constatare che voi siete calmi e nel pieno controllo della situazione. Se vi sentite ansiosi o abbattuti, prendete del tempo per voi stessi e dedicate del tempo ad attività che vi facciano rilassare e recuperare. Serve a voi ma serve ancor più al vostro bambino.
Sfoglia online lo speciale di 'A scuola di salute' dedicato al Nuovo Coronavirus:
Sfoglia online la guida di 'A scuola di salute' dedicata alla Sindrome di Down
Volume 1:
Volume 2:
Volume 3:
Volume 4:
ATTENZIONE
Se tu o i tuoi conviventi avete sintomi del COVID-19, resta in casa e chiama subito il tuo pediatra di libera scelta o il tuo medico di medicina generale. Altrimenti, chiama uno dei numeri di emergenza regionali indicati sul sito del Ministero della Salute.
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