L'emergenza per il Nuovo Coronavirus ha cambiato profondamente il vissuto quotidiano delle famiglie.
Le palestre chiuse, la DAD (didattica a distanza), lo smartworking, hanno imposto a tutti, adulti e bambini, di trascorre a casa molto più tempo con il rischio di mangiare di più e muoversi di meno.
Il confinamento casalingo forzato deve però diventare l'occasione per consolidare o migliorare le nostre abitudini alimentari, perché non abbiamo nemmeno più la scusa dello scarso tempo da dedicare alla cucina.
Curare l'aspetto qualitativo e quantitativo di ciò che si mangia è quindi un buon modo di voler bene ai nostri bambini e di proteggerli, sempre, perché al di là dello straordinario momento pandemico, l'inverno, da sempre, è una stagione che mette a dura prova le nostre difese immunitarie.
Possiamo dunque aiutarle a funzionare bene?
Sì.
Di seguito qualche semplice consiglio su come farlo:
- Controlliamo il peso corporeo. Già! Sia il sovrappeso che il sottopeso sono entrambe forme di malnutrizione e in quanto tali possono alterare, anche se in maniera differente, la risposta immunitaria dell'organismo. Proviamo ad immaginare le difese immunitarie come un esercito composto da tanti guerrieri pronti a dare la vita per difendere il castello – il nostro organismo – dall'attacco nemico (virus o batteri in grado di provocare danni alla nostra salute):
- Se siamo in sovrappeso avremo la tendenza a sviluppare una reazione infiammatoria esagerata: potremo contare su un esercito numeroso di guerrieri che però non si organizzano bene tra di loro e offrono quindi una difesa ben poco efficace;
- Se siamo in sottopeso, invece, potremo contare su un esercito meno forte.
Ad oggi vi sono prove molto solide sulla correlazione tra obesità e gravità del decorso COVID-19. Il decorso della malattia da COVID-19 si è dimostrata 3,6 volte più grave nei pazienti in sovrappeso e di età inferiore ai 60 anni, rispetto ai controlli normopeso. Questo perché la condizione di sovrappeso porta il nostro corpo a produrre molecole coinvolte nella reazione infiammatoria che viene amplificata dall'infezione virale. Inoltre, l'obesità è associata ad una ridotta funzionalità respiratoria;
- Seguiamo una alimentazione bilanciata dal punto di vista calorico, proteico e glucidico senza dimenticare di bere acqua (almeno 6 bicchieri al giorno per i piccoli ed 8 per i più grandi), perché una buona idratazione è fondamentale sempre, anche di inverno.
Usiamo gli integratori solo sotto consiglio medico. Sono in genere indicati per coloro che non riescono a coprire i fabbisogni nutrizionali e non vanno assunti arbitrariamente nel vano tentativo di renderci più forti potenziando la nostra immunità.
In genere questi prodotti possono essere a base di:
- Micronutrienti (vitamine e minerali);
- Probiotici;
- Estratti di piante medicinali.
I micronutrienti ritenuti funzionali sono minerali e vitamine come rame, ferro, selenio, acido folico, vitamine A, B12, B6, C e D, ma perché siano davvero tali l'integratore deve:
- Essere prodotto con tecniche farmaceutiche che garantiscano una buona disponibilità da parte dell'organismo;
- Essere assunto per cicli di medio-lunga durata e non una tantum.
I probiotici, per lo più appartenenti ai ceppi microbici dei generi Bifidobacterium, Lactobacillus e Saccharomyces sono oggetto di ricerca sperimentale e clinica sin dal 1990 per la loro capacità di modificare il nostro sistema immunitario in diversi modi: interagiscono con i batteri che compongono la microflora del nostro intestino, oppure portano a produrre sostanze che la fortificano; competono con batteri che provocano malattie.
Gli estratti di piante medicinali come L'Echinacea, L'Astragalo, l'Agave ed il Sambuco possono vantare la proprietà di "aumentare le naturali difese dell'organismo" generalmente riportate in etichetta.
Ma come si colloca tutto questo nella pandemia da COVID-19? Possono gli integratori aiutarci ad affrontare meglio l'infezione o il rischio di contrarla?
No.
Gli integratori non ci aiutano a prevenire l'infezione da Nuovo Coronavirus né a curare la malattia sebbene siano stati condotti molti studi in tal senso ma purtroppo si tratta di studi condotti in modo scientificamente inadeguato:
- È il caso della quercetina, che è un composto presente nell'alimentazione (es. capperi, cipolle rosse e radicchio) a cui è stata attribuita la capacità di bloccare la replicazione del Nuovo Coronavirus;
- Analoghi studi sono stati condotti con la lattoferrina, che è presente nel latte materno, che è stata studiata nell'ambito del COVID-19 per le sue proprietà antivirali, antibatteriche ed immunostimolanti note in quanto evidenziate da precedenti studi clinici condotti sui neonati, anche se riferibili più al sistema gastrointestinale e genito urinario che respiratorio; gli studi nell'infezione da Covid-19 sono ancora in atto;
- La vitamina D è forse la più discussa nell'ambito della malattia da Nuovo Coronavirus. La assumiamo in piccole quantità attraverso gli alimenti perché viene prodotta principalmente dal nostro organismo, quando la pelle è esposta ai raggi solari. Le vengono attribuite proprietà antivirali e antinfiammatorie in diversi modelli sperimentali di malattie respiratorie, sebbene dagli studi clinici siano emersi risultati contrastanti in tal senso; come hanno concluso i National Institutes for Health (NIH) statunitensi: "Non ci sono dati sufficienti per raccomandare l'uso della vitamina D nella prevenzione o nel trattamento del COVID";
- La vitamina C ha certamente un ruolo nel ridurre di circa l'8% la durata del comune raffreddore. Quanto al Covid-19, sono stati compiuti studi ma l'NIH ha concluso con raccomandazioni analoghe a quelle per la vitamina D.
Si tratta ad ogni modo di effetti che vanno approfonditi per verificare se queste sostanze possono avere effetti analoghi anche contro il virus del COVID-19.
Quello che è certo è che il nostro sistema immunitario è un sistema molto complesso, per il cui funzionamento sono necessari diversi micronutrienti, ciascuno con un suo ruolo ben distinto ma che hanno bisogno di stare insieme per funzionare al meglio e solo l'alimentazione naturale ci garantisce tale sinergia.
Quello che possiamo fare è quindi:
- Mangiare un po' di tutto nelle giuste quantità e variando sempre quello che si porta a tavola. Non esistono cibi da eliminare perché nocivi;
- Puntare sulle combinazioni alimentari funzionali a favorire l'assorbimento delle sostanze che contengono (es. condire le verdure con succo di agrumi per favorire l'assorbimento del ferro vegetale, cucinare i legumi con la pasta perché insieme risultano un alimento completo mentre non lo sono se assunti singolarmente…);
- Seguire la stagionalità e la località perché questo significa:
- Supportare l'economia locale, utile più che mai in questo periodo;
- Riscoprire i prodotti tipici ed il loro sapore;
- Arricchire la varietà del nostro menù;
- Nutrirsi di più e meglio perché il valore nutritivo degli alimenti che devono affrontare un lungo viaggio prima di arrivare sulle nostre tavole….si perde un po' per strada!
Infine, ricordiamo che i bambini imparano osservando ed imitando i modelli principali, che nella famiglia sono rappresentati solitamente dai genitori. Dunque facciamo nostri questi consigli e i figli ci seguiranno, saremo più efficaci di qualsiasi divieto, compromesso o regola restrittiva.
Sfoglia online lo speciale di 'A scuola di salute' dedicato al Nuovo Coronavirus:
ATTENZIONE
Se tu o i tuoi conviventi avete sintomi del COVID-19, resta in casa e chiama subito il tuo pediatra di libera scelta o il tuo medico di medicina generale. Altrimenti, chiama uno dei numeri di emergenza regionali indicati sul sito del Ministero della Salute.
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