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Scialorrea

Eccessivo accumulo di saliva che può ostacolare i rapporti interpersonali e mettere a rischio di polmonite. La terapia, se occorre, è medica o chirurgica  

La scialorrea è una condizione clinica caratterizzata da un anomalo ed eccessivo accumulo di saliva nel cavo orale per difficoltà alla deglutizione associata o meno a una aumentata produzione di saliva. È importante effettuare una visita pediatrica di base per un preciso inquadramento e per garantire una corretta diagnosi e cura.

La saliva è un liquido incolore, prodotto da tre diverse ghiandole (parotidi, sottolinguali e sottomandibolari), costituito per il 98,7% da acqua e per il resto da sostanze organiche (mucina, enzimi, ptialina, albumina ecc.) e inorganiche (cloruri, carbonati, bicarbonati, fosfati ecc.), importanti per varie funzioni. Ogni ghiandola salivare produce una saliva con proprietà leggermente differenti.

La saliva è importante per emulsionare il cibo e quindi iniziare la masticazione e la digestione grazie all’azione degli enzimi digestivi in essa contenuti; regola il pH del cavo orale e quindi inattiva i batteri attraverso anche l’azione delle immunoglobuline di classe IgA e del lisozima in essa contenuti.

Diversi fattori contribuiscono a determinare variazioni nella composizione chimica della saliva: l'età, il sesso, le abitudini alimentari e la dieta, i fattori ormonali endocrini, in grado di alterare la composizione ionica della saliva; fattori farmacologici, legati all'assunzione di medicinali che influenzano positivamente o negativamente il sistema nervoso centrale o il sistema circolatorio.

Distinguiamo forme acute e croniche, che durano nel tempo, sottolineando l’importanza di correlare sempre il sintomo “scialorrea” con la storia clinica del bambino e con la presenza di eventuali altri sintomi o segni clinici. Per tale motivo, è necessario rivolgersi al Pediatra per capire la causa.

Forme acute
La scialorrea è un problema piuttosto comune nei primi due anni di vita. Una delle cause principali della scialorrea acuta nei bambini tra i 18 e 24 mesi di vita è la dentizione, seguono poi le infezioni del cavo orale (stomatiti aftose, mughetto, ecc).

Se isolato, è un fenomeno normale e passeggero, solitamente si risolve spontaneamente, non causa complicazioni e raramente è legato a una malattia grave.
Se ci sono invece altri sintomi può essere legata ad altre malattie più importanti che vanno prontamente inquadrate dal Pediatra.

Se la scialorrea è associata a febbre elevata (temperatura superiore a 38°C) e/o difficoltà a deglutire, può essere dovuta ad esempio a processi infettivi delle prime vie respiratorie quali una semplice rinite o tonsillite, oppure, in casi più eccezionali, un ascesso peri-tonsillare o retro-faringeo, fino ad arrivare a una epiglottide.

In casi più rari, se associata a febbre, cefalea o crisi convulsive, sonnolenza, intorpidimento o stato confusionale, può essere anche sintomo di infezione del sistema nervoso centrale (encefalite).

A seguito di un trauma, nei soggetti non in regola con il calendario vaccinale, può essere spia di tetano, ovvero di una infezione batterica da Clostridium tetani, attraverso una ferita profonda contaminata.

Se l’esordio della scialorrea è improvviso, può indicare un avvelenamento soprattutto da pesticidi, rame, mercurio, arsenico, una reazione al veleno di serpente o di un insetto.

In alcuni casi, l’aumentata produzione di saliva può essere anche provocata da farmaci (antidolorifici, anticonvulsivanti, anticolinesterasici) o da un eccesso di capsaicina (sostanza piccante contenuta nel peperoncino), corpi estranei, bolo carneo, ecc.

Forme croniche
La scialorrea è uno dei disturbi più frequenti nei bambini con macroglossia (aumentato volume della lingua) o con deficit neurologico cronico e grave compromissione del sistema nervoso centrale.

È causata frequentemente da uno scarso controllo dei muscoli facciali e della bocca, aumentata secrezione di saliva, da malocclusione dentale, da problemi posturali.

Si parla di scialorrea emotiva quando l'abnorme produzione salivare è provocata da fattori di origine psicologica: effettivamente, non è raro notare ad esempio una abbondante produzione di saliva negli adolescenti ansiosi.

I bambini con malattie del sistema nervoso centrale possono avere un ritardo nella maturazione del controllo neuromuscolare che può, in alcuni casi, continuare a migliorare spontaneamente fino ai 6 anni di età, tanto che spesso un possibile intervento correttivo viene ritardato.

Il paziente neurologico è, innanzitutto, un paziente con una malattia neurologica che può variare dal lieve ritardo psico-motorio a forme estremamente gravi con compromissione completa e profonda non solo delle capacità motorie e cognitive ma anche di funzioni intrinseche come la deglutizione.

Spesso sono affetti da gravi sindromi genetiche con parziale o addirittura incompleta capacità di deglutire, non solo gli alimenti ma anche le secrezioni salivari.

Una delle più importanti, ma soprattutto temute, complicanze della scialorrea, è l'inalazione della saliva. Nel paziente neurologico, in cui le condizioni generali e respiratorie sono già molto compromesse, la scialorrea è causa di continui episodi di polmonite da inalazione che possono aggravare sensibilmente la situazione generale, già instabile.

La scialorrea è, però, anche un problema sociale importante per chi si occupa del bambino, i genitori. Per il paziente può costituire una fonte di imbarazzo, creare rilevanti problemi relazionali e/o di linguaggio; quando la saliva è particolarmente densa e abbondante, la scialorrea può creare difficoltà nei rapporti interpersonali, sino a poter causare il rifiuto della propria immagine.

È quindi una forma di grave disagio che limita notevolmente la vita sociale del paziente e della famiglia.

Utile nella diagnosi è la visita medica, la storia di salute del paziente e il salivogramma, ovvero un esame della secrezione salivare che mette in evidenza i possibili episodi di inalazione della saliva.

Esso prevede l’introduzione per via sublinguale di piccole quantità di materiale radiopaco – solitamente l’isotopo radioattivo 99mTc -  e la successiva acquisizione di immagini per dimostrare se l’isotopo penetra anche nelle vie respiratorie.

Quando i continui episodi di polmonite da inalazione compromettono la normale respirazione del paziente, quando il paziente tracheostomizzato è costretto a mantenere la cannula della tracheostomia continuamente "cuffiata" per evitare inalazione di saliva e in tutti i casi in cui la scialorrea rappresenta un grave problema sociale o comportamentale per tutta la famiglia creando forte disagio che limita il paziente e suoi familiari nelle normali attività quotidiane.

 

Se il disturbo è isolato, non è necessario alcun trattamento in quanto la scialorrea è un fenomeno che dura poco e si risolve spontaneamente. Se è dovuto alla dentizione, saranno utili cure per il dolore.

Se, invece, è legato ad altra malattia, sarà necessario il trattamento di questa che può essere un’infezione, un avvelenamento, assunzione di farmaci, ecc.

Il trattamento specifico della scialorrea cronica, si divide in due possibilità terapeutiche: medica e chirurgica. Il trattamento medico si basa su l'utilizzo di farmaci che non sempre hanno l'effetto desiderato e che in alcuni casi hanno effetti limitati (ossibutinina, Transcop alla scopolamina e Botox con tossina botulinica tipo A).

La chirurgia è una seconda possibilità di cura che viene utilizzata quando la scialorrea, oltre a rappresentare un grave disturbo di tipo sociale e personale, comporta gravi rischi respiratori per il paziente per le continue inalazioni salivari.

 

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  • A cura di: Lelia Rotondi Aufiero
    Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale e DEA II livello
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 23  Maggio 2023 


 
 

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