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Esofagite e gastrite

Infiammazione della mucosa esofagea o gastrica da molteplici cause. Le terapie oggi utilizzate sono molto efficaci 

La gastrite e l'esofagite sono, rispettivamente, l'infiammazione della mucosa gastrica e di quella esofagea, e possono essere determinate da una serie di cause differenti.

In base alla presenza o meno di erosione della mucosa si distinguono in tipo "erosivo" e "non erosivo".

Esistono alcune categorie di pazienti a rischio come, per esempio, quelli con compromissione neurologica, con cardiopatie congenite o con anomalie cromosomiche, i prematuri, i pazienti obesi, quelli con anomalie del tratto gastrointestinale ed ernia diaframmatica congenita, ed, infine, quelli con malattie polmonari croniche.

Le cause possono essere numerose ed agiscono determinando un aumento della produzione di acido da parte dello stomaco o la distruzione dei meccanismi protettivi.
Tra le cause principali di gastrite:

  • Stress;
  • Assunzione di determinati farmaci, come gli anti-infiammatori non steroidei;
  • Infezioni, soprattutto quella da Helicobacter pylori;

Alcune delle principali cause di esofagite sono:

  • Reflusso gastro-esofageo;
  • Esofagite eosinofila;
  • Ingestione di caustici;
  • Infezioni;
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali.

Ovviamente, queste malattie possono coinvolgere contemporaneamente sia lo stomaco che l'esofago.

I sintomi dell'esofagite e della gastrite sono diversi in base all'età del paziente.
Nei bambini più piccoli i sintomi più comuni con cui si presentano queste malattie sono:

  • Vomito e/o rigurgito;
  • Rifiuto dell'alimentazione;
  • Disturbi della deglutizione;
  • Scarsa crescita;
  • Sanguinamento digestivo.

Il sanguimento dell'esofago e/o dello stomaco può essere visibile ad occhio nudo nel vomito (ematemesi), oppure il sangue può fuoriuscire dal retto nella maggior parte dei casi sotto forma di feci nerastre (melena).

Spesso la quantità di sangue è troppo piccola per essere visibile – si parla in questi casi di "sanguinamento occulto".

Per cercare il sangue occulto nelle feci si esegue un esame di laboratorio specifico.
Nei bambini più grandi e negli adolescenti i sintomi più frequenti sono:

  • Difficoltà di digestione (dispepsia);
  • Dolore alla parte superiore dell'addome o "bocca dello stomaco" (dolore epigastrico);
  • Sensazione di bruciore allo stomaco (pirosi);
  • Sensazione di risalita di acido in bocca;
  • Vomito e/o nausea.

Nella maggior parte dei casi la diagnosi può essere fatta in base ai sintomi e alla storia clinica.
L'esofago-gastro-duodenoscopia è un esame diagnostico che permette di osservare dall'interno l'esofago, lo stomaco ed il duodeno.

Si esegue inserendo nella bocca uno strumento, l'endoscopio, che è dotato di una videocamera. L'endoscopio viene fatto procedere lungo l'esofago, lo stomaco e il duodeno in modo che il medico possa osservare direttamente le immagini su uno schermo.

Nel corso dell'esame è anche possibile prelevare piccoli campioni di tessuto che verranno poi analizzati al microscopio in laboratorio.

Tale indagine può essere di ausilio per valutare lo stato della mucosa gastrica ed esofagea in presenza di sintomi di allarme, come per esempio l'ematemesi (vomito di sangue) o, per valutare eventuali complicanze (es. esofago di Barrett, stenosi).
Permette anche di diagnosticare condizioni che predispongono all'esofagite e alla gastrite, come: 

  • L'ernia iatale;
  • La malattia di Crohn;
  • L'esofagite eosinofila;
  • L'esofagite infettiva. 

La pH impedenziometria delle 24 ore è utile per collegare i sintomi con gli episodi di reflusso acido o non acido e per chiarire il loro ruolo nel determinare l'esofagite o altri sintomi correlati.

Quando si sospettano anomalie anatomiche o disturbi dei normali movimenti dell'esofago e dello stomaco si può ricorrere alla radiografia dell'apparato digerente, nel primo caso, e alla manometria (esame che ha lo scopo di valutare i movimenti e di misurare la pressione all'interno dell'esofago), nel secondo caso.

Per trattare sintomi passeggeri e isolati, come il bruciore epigastrico, si possono utilizzare farmaci come gli alginati o gli antiacidi, i quali hanno un rapido effetto, ma una breve durata di azione.

In caso, invece, di sintomi persistenti e comparsa di complicanze, come l'ematemesi, è necessaria una terapia con farmaci che bloccano la secrezione acida, tra i quali, gli antagonisti dei recettori H2, come la ranitidina, e gli inibitori della pompa protonica come omeprazolo, esomeprazolo e lansoprazolo, che sono quelli più utilizzati in pediatria.

Le misure principali da adottare per la prevenzione sono:

  • Evitare i digiuni prolungati, i pasti abbondanti e gli alimenti che stimolano la secrezione acida;
  • Prevenire l'obesità;
  • Prevenire il fumo negli adolescenti.


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  • A cura di: Sabrina Cardile
    Unità Operativa di Epatologia, Gastroenterologia e Nutrizione
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Ultimo Aggiornamento: 12  Gennaio 2023 


 
 

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