- I nei, nevi melanocitari in ambiente scientifico, sono piccole macchie colorate dalla forma tondeggiante che possono essere piatte o in rilievo e assumere dimensioni diverse. Si possono riscontrare sin dalla nascita (nei congeniti) o comparire nel corso degli anni
- Abbiamo in media 20-40 nei in tutto il corpo
- È importante scoprire precocemente eventuali nei a rischio, vale a dire quei nei che possono trasformarsi in neoformazioni maligne
- La comparsa di nuovi nei, a differenza dell'adulto, è assolutamente normale nel bambino
- I nei a rischio, da tenere sotto controllo, sono in particolare quelli di forma irregolare e colore disomogeneo, che possono comparire durante la crescita
- L'epiluminescenza è lo strumento per esaminare i nei a rischio e per fare prevenzione
- Vanno asportati i nei congeniti giganti di oltre 20 cm di diametro quando possibile e i nei a rischio
In realtà non c'è alcuna differenza poiché il primo è il termine di uso comune (nei) mentre il secondo è il termine scientifico (nevi) che ha un significato leggermente più ampio. In dermatologia ci sono vari tipi di nevi ma quelli comunemente chiamati "nei" sono i nevi melanocitari.
Il controllo dei nei è importante per una prevenzione precoce di eventuali lesioni pigmentate a rischio, vale a dire quei nei che possono trasformarsi in neoformazioni maligne.
In particolare, in età pediatrica è fondamentale per il controllo di tutti i nevi congeniti e di tutti gli eventuali nei acquisiti con caratteristiche atipiche. Non esiste un'età precisa in cui si debba iniziare il controllo dei nei perché questo dipende da caso a caso.
Tutti i bambini dovrebbero comunque essere valutati per la presenza di nevi congeniti al momento della nascita e, per i nei acquisiti, poco prima della pubertà per l'eventuale asportazione di nei a rischio.
La comparsa di nuovi nei, a differenza dell'adulto, è assolutamente normale nel bambino. I nevi congeniti infatti rappresentano l'1% di tutti i nei nell'uomo ma poiché abbiamo in media 20-40 nei per ogni individuo adulto, è chiaro che questi debbano comparire durante l'età dello sviluppo.
Sarebbe quindi eccessivo sottoporre tutti i bambini a visita dermatologica ogni volta che compare un nuovo neo ed è invece fondamentale il ruolo dei pediatri in modo da rendere più efficace la prevenzione.
Tra i fattori di rischio che devono essere presi in considerazione e che devono suggerire un controllo dermatologico ricordiamo:
- Il fototipo cutaneo a rischio (capelli chiari, occhi chiari, lentiggini, scarsa capacità di abbronzarsi, facilità all'eritema solare);
- La familiarità per melanoma;
- La presenza di un nevo congenito;
- L'immunosoppressione;
- Alcune terapie oncologiche;
I nei più a rischio di trasformarsi in neoformazioni benigne o maligne nella fascia di età pediatrica sono sicuramente quelli congeniti.
Sono a rischio i rarissimi nei giganti (più di 20 cm di diametro dopo lo sviluppo) e meno quelli congeniti di piccole e medie dimensioni che vanno comunque controllati periodicamente.
Inoltre, i nevi congeniti giganti possono andare incontro ad altre complicanze. Pertanto vanno sempre sottoposti al controllo del dermatologo.
Gli altri nei a rischio sono quelli acquisiti durante la crescita, che mostrano caratteristiche irregolari di forma e colore (nei atipici).
La definizione di neo atipico si basa sulle caratteristiche del neo. Un neo atipico avrà:
- Una forma irregolare;
- Un colore disomogeneo;
- Dimensioni più grandi della norma.
La diagnosi deve comunque essere effettuata dal dermatologo ma per i genitori può essere utile conoscere la regola dell'ABCDE per sapere quando è necessario rivolgersi allo specialista.
È una regola pratica per ricordare le caratteristiche da valutare su ogni singolo neo e che servono a individuare le eventuali lesioni atipiche.
In particolare bisogna considerare sempre:
- Asimmetria;
- Bordi irregolari;
- Colore disomogeneo;
- Dimensioni superiore a (>) 0.8 cm;
- Evoluzione di una qualunque delle caratteristiche suddette.
Bisogna però precisare che nei bambini il cambiamento dei nei è inevitabile in quanto i nei compaiono in età pediatrica e si sviluppano progressivamente e che quindi non lo si può considerare un criterio assoluto come negli adulti (in questi è importantissimo).
Per questo motivo in alcuni casi il pediatra e anche il dermatologo si trovano talvolta in difficoltà ad esprimere un giudizio clinico e bisogna quindi valutare alcuni nei con l'epiluminescenza.
Sicuramente l’epiluminescenza rappresenta oggi lo strumento più utile per una prevenzione efficace delle lesioni pigmentate. L'epiluminescenza utilizza una sorgente luminosa collegata ad un microscopio o ad una telecamera per illuminare e visualizzare le strutture interne della lesione pigmentata.
In particolare, è utile per valutare i nevi congeniti e le loro frequenti modificazioni durante la crescita del bambino e tutti i nei acquisiti che presentino delle caratteristiche cliniche atipiche.
Questo esame deve essere richiesto esclusivamente dal dermatologo poiché non tutti i nei necessitano di questo approfondimento e solo lo specialista è in grado di identificare le lesioni pigmentate veramente a rischio.
Nei bambini non ha alcun senso effettuare la mappa dei nei a priori, poiché l'epiluminescenza deve essere effettuata solo su lesioni pigmentate specifiche. Infatti, in questa fascia di età, è raro trovare nello stesso bambino più di una lesione pigmentata a rischio.
È importante inoltre ricordare che l'aumento del numero dei nei in età pediatrica è normale. I nei che compaiono alla nascita sono infatti piuttosto rari (1% circa) e, dal momento che ogni individuo adulto ha in media 20-40 nei, appare ovvio che la comparsa di nuovi nei durante l'età dello sviluppo sia un fenomeno normale.
La pubertà rappresenta un momento importante in cui si assiste ad un aumento dei rischi legati ai nei. Per questo motivo è opportuno procedere all'asportazione chirurgica di eventuali lesioni pigmentate atipiche prima che il bambino raggiunga un'età a rischio.
Bisogna asportare tutti i nevi congeniti? Assolutamente no! Bisogna asportare i rarissimi nevi congeniti giganti (superiri a > 20 cm di diametro) quando possibile, per quanto riguarda i nevi congeniti atipici di piccole e medie dimensioni si può procedere generalmente al follow-up delle lesioni, sino al giorno in cui il bambino è collaborante per l'asportazione in anestesia locale.
Questo momento è variabile da caso a caso e dipende dalla collaborazione anche dei genitori del bambino. Dunque, è bene asportare i nevi congeniti giganti ed i nevi congeniti o acquisiti che presentino caratteristiche atipiche per quanto riguarda colore, forma e dimensioni.
Quando è possibile attendere (nei bambini è possibile nella stragrande maggioranza dei casi), si preferisce effettuare l'asportazione in un'età in cui il bambino è collaborante, in modo da poter effettuare l'intervento in anestesia locale. Quando il neo presenta caratteristiche di rischio a breve termine, sarà bene effettuare l'asportazione anche se l'intervento richiede anestesia generale.
Che sia necessario asportare tutti i nei presenti nelle mani e nei piedi è un luogo comune da sfatare.
In effetti queste sono zone dove spesso i nei subiscono traumi, ma il legame tra trasformazione maligna di un neo e i traumi che si possono verificare in queste sedi non è mai stato dimostrato.
L'atteggiamento attuale è quello di asportare solo i nei che presentano alterazioni o irregolarità in questa zona e non tutti i nei in modo indiscriminato.
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