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Colangio-Pancreatografia Retrograda Endoscopica (CPRE)

Procedura endoscopica utilizzata per la diagnosi e il trattamento delle malattie delle vie biliari e del pancreas. Viene effettuata in sala operatoria 

La colangio-pancreatografia retrograda endoscopica (CPRE) è una tecnica specialistica mista che utilizza sia l’endoscopia sia la radiologia, utilizzata per la diagnosi e la cura delle malattie delle vie biliari e del pancreas.

Le vie biliari sono piccoli dotti all'interno del fegato che portano all'intestino la bile prodotta dal fegato durante la digestione; i dotti pancreatici portano dal pancreas le secrezioni ricche di enzimi necessari per la digestione degli alimenti.

Le vie biliari e pancreatiche sboccano insieme nell’intestino (nel duodeno) attraverso un'apertura chiamata papilla (di Vater). L’endoscopista vi accede attraverso la papilla ed esegue manovre per indagini diagnostiche e per manovre operatorie.

Deve essere effettuato da personale esperto nella procedura ed in particolare con i bambini.

L’esame viene eseguito in regime di ricovero. Nei giorni precedenti vengono effettuati accertamenti volti ad escludere possibili controindicazioni (es problemi di coagulazione) e viene effettuata la valutazione con il medico anestesista.

Si effettua un digiuno di almeno sei ore, preferibilmente dalla sera precedente, prima della procedura, poiché è fondamentale che lo stomaco sia vuoto. 

Nel nostro ospedale l'esame viene effettuato in camera operatoria con supporto della radiologia (scopia) che guida la procedura endoscopica.
Il piccolo paziente viene sottoposto ad anestesia generale, quindi in assenza di dolore, attraverso la somministrazione per via endovenosa di un anestetico e intubazione per preservare le vie aeree. Il medico anestesista controlla le condizioni generali del paziente durante tutto l’esame.

L'esame consiste nell'introdurre un tubo flessibile dotato di una sorgente luminosa e di una piccola telecamera laterale (duodenoscopio).

Il duodenoscopio ha un diametro di poco superiore a un centimetro e viene introdotto attraverso la bocca munita di apposito boccaglio protettivo, passando lungo l'esofago e lo stomaco, fino a raggiungere l’intestino nel punto in cui sbocca la papilla.

Durante la progressione dello strumento la visione degli organi esplorati avviene grazie alla telecamera, con contestuale distensione delle pareti grazie all’insufflazione di anidride carbonica o aria. 
Il duodenoscopio ha al suo interno un canale attraverso cui possono passare gli accessori necessari durante l’esame, che vengono preparati prima dell’esame. 

Nel nostro Ospedale sono disponibili duodenoscopi di calibro inferiore al centrimetro che consentono di effettuare l’esame anche nei bambini di peso inferiore ai 10 Kg. 

Per la diagnosi, viene introdotto attraverso il canale un piccolo tubicino (Catetere) con cui viene iniettato del mezzo di contrasto che, mediante la radiografia, ci permette di visualizzare direttamente le vie biliari e pancreatiche. 

Se necessario, una volta diagnosticato il problema delle vie biliari o pancreatiche, può esserci l’indicazione ad allargare lo sbocco della papilla con un particolare bisturi elettrico (sfinterotomo).

Lo sfinterotomo è dotato di un filo metallico attraverso cui passa una corrente ad alta frequenza che permette di effettuare un taglio sotto visione endoscopica.

La “sfinterotomia endoscopica" si effettua in sicurezza dopo il posizionamento di un filo guida (figura) e consiste nel taglio del muscolo che circonda lo sbocco dei dotti, così da facilitare il passaggio delle secrezioni all'intestino. 

Avvenuta la sfinterotomia, sono possibili, inoltre, eventuali manovre terapeutiche come l'asportazione di calcoli biliari e/o pancreatici e il posizionamento di stent per superare possibili restringimenti o ostruzioni dei dotti bilio-pancreatici e permettere lo scarico dei succhi biliari e/o pancreatici ristagnanti.

Gli stents sono piccoli tubicini di plastica, che garantiscono che le pareti dei dotti restino aperte.  

È una delle procedure più accurate e precise per lo studio delle malattie che colpiscono vie biliari e pancreatiche, in quanto consente la loro visualizzazione diretta, attraverso l'introduzione di un mezzo di contrasto.

Le immagini radiologiche che si ottengono sono di maggior qualità e più dettagliate di quanto è possibile ottenere con qualsiasi altro esame.

In caso di ittero (colorazione giallastra della pelle e degli occhi), la colangio-pancreatografia retrograda endoscopica consente la diagnosi e il trattamento di eventuali calcoli asportabili con particolari strumenti endoscopici (cestello o palloncino).

Altre importanti indicazioni sono le malattie infiammatorie del pancreas, traumi, restringimenti maligni o benigni dei dotti, malformazioni anatomiche, traumi, cisti.

Se la radiografia dimostra un restringimento (stenosi) dei dotti, può esservi inserito un piccolo tubo di plastica o di metallo (endoprotesi) che permetterà il costante drenaggio nell'intestino.

Queste endoprotesi possono essere lasciate in sede per periodi variabili (da 1 a 12 mesi) e possono venire sostituite con le medesime modalità. 

La colangio-pancreatografia retrograda endoscopica è una procedura generalmente ben tollerata, ma come per tutti gli esami strumentali invasivi esistono dei limiti e alcune possibili complicanze.

In alcuni casi l'esame potrebbe fallire per situazioni anatomiche (dopo interventi chirurgici sullo stomaco o sull'intestino) e/o in situazioni che non permettono all'endoscopio di accedere fino al duodeno oppure, giunti sino alla papilla, di poter incannulare e quindi visualizzare i dotti biliari e pancreatici.

Le complicanze più frequenti sono: la pancreatite acuta, l'infezione delle vie biliari (colangite), l'emorragia della papilla, la perforazione intestinale.

Tutte queste complicanze possono essere curate. La pancreatite acuta post colangio-pancreatografia retrograda endoscopica è la complicanza più frequente ed è in relazione a particolari fattori di rischio, legati sia al paziente sia al tipo di trattamento effettuato.

I rischi tuttavia, variano a seconda del tipo di procedura effettuata, da quello che viene trovato durante la procedura stessa, dal tipo di trattamento che viene effettuato e dalle problematiche generali di salute del paziente.

Altre possibili complicanze possono essere dovute ai farmaci necessari per l'esecuzione dell'esame (sedativi, antispastici, antidolorifici, mezzo di contrasto).

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, i disturbi post colangio-pancreatografia retrograda endoscopica si limitano a un modesto dolore addominale con un aumento più o meno elevato delle amilasi (enzima pancreatico), che si risolve solitamente in 24-48 ore. 


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  • A cura di: Simona Faraci
    Unità Operativa di Chirurgia Endoscopica Digestiva
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 04  Aprile 2023 


 
 

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