La Chikungunya, che in lingua swahili significa "ciò che curva" o "contorce", è una malattia virale caratterizzata da febbre e forti dolori articolari, trasmessa all'uomo da zanzare infette. La causa è il Chikungunya virus (CHIK).
È diffusa, soprattutto durante la stagione delle piogge, in Africa Occidentale, Asia e sub-continente Indiano, anche se dal 2015 si sono avuti casi anche nelle Americhe e in Europa. Gli ultimi 3 casi segnalati in Italia dall’Istituto Superiore di Sanità risalgono al 2020.
Il virus Chikungunya si trasmette attraverso la puntura di zanzara infetta del tipo Aedes aegypti e Aedes albopictus, le quali possono fungere da vettori anche di altri virus come Dengue e Zika.
Non si trasmette da uomo a uomo per via respiratoria, né tramite contatto con i liquidi del corpo. Sono invece stati descritti casi di trasmissione materno-fetale.
Dopo la puntura di una zanzara infetta, il periodo di incubazione è di 4-8 giorni, ma può variare da 2 a 12 giorni. L'inizio della malattia è caratterizzato da comparsa improvvisa di febbre e dolore articolare (che coinvolge di solito più di 10 articolazioni, è bilaterale, simmetrico e molto invalidante), che può precedere la febbre.
Di solito i sintomi acuti durano complessivamente tra i 7 e 10 giorni, ma il dolore articolare può persistere per settimane o mesi. Altri sintomi comuni e di solito autolimitanti includono dolore muscolare, cefalea, debolezza, occhi rossi e alterazioni cutanee di tipo maculo-papulare, spesso pruriginose che possono talvolta assumere un aspetto bolloso (quest’ultimo specialmente nei bambini).
Sintomi rari comprendono problemi neurologici (es. convulsioni nei bambini piccoli), cardiaci e gastrointestinali. La Chikungunya ha generalmente un decorso benigno, si autolimita e la mortalità è bassa (0.4%).
Le complicanze sono rare, comprendono soprattutto meningoencefalite, scompenso cardiopolmonare, insufficienza renale acuta e colpiscono soprattutto le persone anziane con malattie croniche.
Si possono sviluppare manifestazioni muscolo-scheletriche croniche (es. dolore articolare cronico) che possono persistere anche anni e che di solito coinvolgono le stesse articolazioni che sono state colpite nella fase acuta di malattia.
L’ infezione va sospettata in tutti i pazienti con febbre e dolore articolare diffuso che hanno viaggiato in aeree a rischio. Gli esami per la diagnosi di Chikungunya vengono effettuati su sangue.
Possono essere molecolari (tramite ricerca dell’RNA virale che è un metodo molto sensibile all’esordio dei sintomi) o sierologici (le IgM per Chikungunya persistono fino a 3 mesi dopo l’infezione) e vengono effettuati in laboratori specializzati.
Al momento non esistono trattamenti antivirali specifici per la Chikungunya. La terapia è di supporto e include il riposo, il ricorso ad antipiretici ed antidolorifici e all’infusione endovena di liquidi.
L’uso di antinfiammatori andrebbe però evitato nella fase iniziale dei sintomi, fino a che non si è esclusa la diagnosi di Dengue, per il rischio di sanguinamento associato a tale infezione.
Anche per i dolori articolari cronici ci si avvale di terapie analgesiche e antinfiammatorie mirate al controllo dei sintomi.
La prevenzione della malattia consiste nell'evitare la puntura delle zanzare (es. zanzariere, repellenti, vestiti coprenti e di colore chiaro).
Non esistono al momento vaccini, ma ci sono vari studi sperimentali a riguardo.
Viaggiatori di ritorno da zone dove la malattia è diffusa nella popolazione e che hanno febbre e dolori articolari, devono essere valutati dal proprio medico curante.
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